“Origami. Attese di carta” è il nome del prossimo spettacolo in scena al Teatro Tram di Napoli da giovedì 20 a domenica 23 aprile.
Nella sala di via Port’Alba il debutto di un testo (drammaturgia originale di Chiara Di Bernardo) che si apre sulla banchina di una stazione dove i protagonisti – Daria D’Amore (che ne è anche regista), Chiara Di Bernardo, Luigi Leone e Riccardo Sergio – passeranno la notte.
Tutto ha inizio alle 17,30: un giovane artista di strada, una barbona sul ciglio della linea gialla, un ragazzo con un mazzo di fiori in mano e un’eccentrica sconosciuta. Arriva un forte temporale: le parole di circostanza lasciano presto spazio a strane confidenze. L’intento di tre personaggi è buttarsi sotto al treno in transito delle ore 17,48. Il maltempo, gli strani annunci dell’altoparlante, i controllori diligenti, le manifestazioni improvvise, causano rallentamenti nelle corse.
Non si conoscono tra di loro, aspettano semplicemente un treno per buttarsi sotto, e litigano o si aiutano, si confrontano. Mille sono gli origami che, secondo la leggenda, bisogna piegare per far avverare un proprio desiderio, chissà quanti i desideri che i nostri personaggi nascondono. È, nel testo, una chiarezza disarmante che accompagna i personaggi alla non sopportazione. Ma la lotta c’è perfino qui, è un istinto quello di sopravvivere, per questo il finale è aperto, non riusciamo a condannare né l’una né l’altra scelta.
Un treno, simbolo per eccellenza del viaggio, accompagna il pubblico in questo percorso, l’attesa di una coincidenza e un treno in transito. I treni in transito sono quelli che fanno più paura. Ecco la linea gialla e quanti hanno osato attraversarla: Cosa gli è passato per la testa? Cosa ha sentito? Che coraggio ha avuto? Queste domande sono così simili alle mancanze di Dorothy (Spaventapasseri senza cervello, Uomo di latta senza cuore, Leone senza coraggio) che la linea gialla è diventata la yellow brick road (il sentiero di mattoncini dorati), l’altoparlante è l’ingannevole mago di Oz, e tutti quelli intorno sembrano diretti alla città di Smeraldo.
“Origami – Attese di carta tenta, in un momento delicato come questo, di esorcizzare paure e pensieri che forse, e diciamo forse, si sono fermati nella stazione di tutti, almeno una volta
– spiega la regista Daria D’Amore -. La nostra storia parte dalle pareti di casa di tre ragazzi, al limite della sopportazione. Intravediamo le loro vite, intuiamo le loro difficoltà, ma riusciamo a vedere solo la punta di questi iceberg. Così accade nella quotidianità, perché ‘siamo tutti un po’ strani, in fondo’. In fondo invece non c’è stranezza, c’è solo un desiderio, quel desiderio, che abbiamo messo a dormire su una panchina, con un biglietto in mano, sotto la pioggia, in attesa di un treno.Qual è il prezzo del ritorno? Quando si cresce veramente? Questo testo non porta una morale, è una scusa per parlare di suicidio. È una scusa il Mago di Oz, è una scusa la stazione, è una scusa la casa di periferia, è una scusa per chiedere scusa ai nostri desideri per tutte le volte che attraversiamo quella maledetta linea gialla”.
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