È passata in giudicato la sentenza della Corte di Appello di Napoli che il 31 maggio 2022 ha condannato a 16 anni di reclusione Vincenzo Garzia di Arzano.
L’uomo ritenuto colpevole dell’omicidio preterintenzionale aggravato della compagna, Lucia Caiazza, la 52enne deceduta il 14 maggio del 2020 nell’ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli dove era giunta in condizioni disperate e con un’emorragia interna a causa delle percosse subìte.
Lo ha deciso la quinta sezione della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal legale dell’imputato. Secondo una perizia fu un colpo violento all’addome, sferrato all’altezza della milza, a innescare la catena di eventi che portarono alla morte Lucia, vittima di un amore malato: Lucia, infatti, ha sempre negato le violenze, anche davanti ai medici.
Giustificava quei lividi, che le figlie Sara e Rosa (difese dall’avvocato Sergio Pisani), le facevano notare, come conseguenza di una terapia farmacologica antiaggregante a cui era costretta da anni.
Il calcio alla milza spacciato per una caduta dalle scale
Quel violento colpo venne sferrato da Vincenzo durante una lite scoppiata in casa nel lockdown del 2020, un pugno, forse addirittura un calcio, spacciato per una caduta dalle scale, sferrato tra il 4 e il 10 maggio 2020, che ha provocato – sostengono i consulenti nella perizia consegnata ai giudici – una lesione interna con sanguinamento, rimasta silente per giorni.
Articolo pubblicato il giorno 30 Marzo 2023 - 21:56