A meno di 24 ore dall’omicidio di Raffaele Malvone a Torre Annunziata prende corpo la pista dell’epurazione interna.
Il nipote del boss ergastolano Francesco Gallo o’ pisiello, noto per aver prestato la sua villa a rione Penniello alla produzione per la prima serie di Gomorra, potrebbe aver pagato con la vita i contrasti con i nuovi boss del clan per la gestione dello spaccio di droga nella zona.
Gli investigatori stanno analizzando frame dopo frame tutte le immagini delle telecamere di video sorveglianza privata presenti in via Plinio a Torre Annunziata, teatro dell’omicidio. Raffaele Malvone era uscito dal carcere meno di un anno fa, dopo aver scontato una condanna definitiva nell’ambito del maxi processo “Mano nera” alla camorra oplontina.
Anche se la pista dell’epurazione interna rimane in primo piano anche quella di una possibile risposta ad un altro agguato avvenuto nella tarda serata di lunedì scorso nella zona posta a ridosso del cimitero, nel quale era rimasto gravemente ferito Luigi Guarro, 44 anni, diversi precedenti alle spalle e considerato vicino al clan Gionta.
Per uno strano scherzo del destino a poche centinaia di metri dall’agguato di ieri il 12 settembre 2021, anche in quel caso era di domenica mattina fu ucciso un suo cugino, il 36enne Francesco Immobile.
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