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Omicidio Malvone, risposta al ferimento Guarro

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Come ai vecchi tempi, come ai tempi della faida: un botta e risposta quasi immediato a suon di piombo.

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Le armi dei killer dei clan Gallo Cavalieri e quelli dei Gionta di Torre Annunziata tornano a far sentire il sibilo dei proiettili nel giro di pochi giorni lasciando sul selciato in ferito e una vittima.

Lo hanno fatto anche oggi, di domenica, tra la folla di persone in strada per lo shopping prima del pranzo.

La vittima, Raffaele Malvone, 30 anni, era stata  scarcerata da circa un anno.

L’uomo, ritenuto affiliato al clan camorristico Gallo-Cavalieri , era rimasto coinvolto nell’operazione ”Mano nera”, che portò prima all’arresto e poi alla condanna in Cassazione di una cinquantina di soggetti ritenuti vicini alle due principali organizzazioni criminali che operano nel territorio oplontino, accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso e spaccio di droga.

In particolare Malvone fu condannato in Cassazione, nell’aprile del 2018, a otto anni di reclusione.

Quello contro di lui appare un agguato mirato, di chiaro stampo camorristico: chi è entrato in azione non ha badato alla vicinanza di un esercizio commerciale, all’ora del raid armato ancora aperto, né alla presenza di altri esercizi attivi anche di domenica e soprattutto di diversi avventori.

L’uomo è stato immediatamente soccorso e trasferito all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove però è arrivato già privo di vita.

La polizia – sul caso indagano gli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata – ha effettuato i rilievi del caso, chiudendo la strada, alla ricerca di elementi utili per risalire agli autori del raid. Potrebbero essere state sequestrate anche le immagini di videosorveglianza dei sistemi privati presenti in zona.

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche quello di una possibile risposta ad un altro agguato avvenuto nella tarda serata di lunedì scorso nella zona posta a ridosso del cimitero, nel quale era rimasto gravemente ferito Luigi Guarro, 44 anni, diversi precedenti alle spalle e considerato vicino al clan Gionta.

L’uomo era stato raggiunto da più colpi di arma da fuoco, uno dei quali aveva attraversato la nuca, scampando però miracolosamente alla morte. È evidente che chi era entrato in azione in via Torretta di Siena, a inizio settimana, l’aveva fatto per uccidere. La risposta potrebbe essere arrivata in questa prima domenica di primavera.


Articolo pubblicato il giorno 26 Marzo 2023 - 21:00

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