Pino Bozza, titolare dei ristoranti ‘Antonio La Trippa’, è stato condannato a un riscercimento da 11mila euro che nel 2019, dopo aver parcheggiato una Ferrari in un posto riservato ai disabili, minacciò ed insultò Francesco Emilio Borrelli, oggi deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra ed all’epoca consigliere regionale in Campania.
La vicenda si origina dal video del parcheggio che il ristoratore pubblicò sui social e che Borrelli ripubblicò a fine di denuncia. Bozza reagì pubblicando una serie di videomessaggi su Instagram con insulti vari e anche minacce a Borrelli, annunciando “Ci vediamo in Tribunale, co…ne”.
Borrelli, seguito dagli avvocati Pietro Marzano, Stefano Paparella e Valentina Giordano, ha quindi intentato una serie di cause contro Bozza che negli ultimi quattro anni ha realizzato molti altri video dello stesso tenore contro il deputato ed i suoi familiari e amici compreso lo stesso conduttore radiofonico Gianni Simioli più volte citato da Bozza usando gli stessi toni.
Il Giudice monocratico del Tribunale Civile di Napoli ha accolto la domanda principale e, per l’effetto, ha condannato Bozza al pagamento a favore di Borrelli per le causali “di cui in motivazione” della somma di 11mila euro, oltre “interessi compensativi legali codicistici dal 26.9.2019 sino alla pubblicazione della presente sentenza, nonché gli ulteriori interessi legali come precisati in motivazione con decorrenza dal giorno della pubblicazione della presente sentenza sino al saldo”.
Il ristoratore è stato anche condannato al pagamento delle spese del giudizio. “Userò i soldi del primo risarcimento – ha dichiarato il deputato – per ritinteggiare strisce e fermate per disabili a NAPOLI. Inoltre se vincerò anche i prossimi giudizi realizzerò un piccolo fondo per le vittime di camorra. In questi anni Bozza ha diffamato, minacciato e insultato me e la mia famiglia pubblicando migliaia di post e video essendo convinto che l’avrebbe fatta franca.
Addirittura ha fatto realizzare un pupazzo con le mie fattezze che ha messo nei wc del suo locale per offendermi. Questa e le prossime sentenze serviranno a far capire anche a questi soggetti che non possono fare quello che gli pare con i loro metodi violenti e aggressivi. La città non è di chi è più prepotente”.
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