Le autorità messicane hanno arrestato un ragazzo di 14 anni, soprannominato ‘El Chapito’.
Il baby boss è accusato dell’omicidio di otto persone legate al mondo del narcotraffico vicino a Città del Messico. Lo ha reso noto ieri il dipartimento federale della pubblica sicurezza, come riporta il Los Angeles Times.
Il ragazzo, che avrebbe aperto il fuoco da una motocicletta contro una famiglia nel sobborgo di Chimalhuacan il 22 gennaio scorso, è stato arrestato insieme ad un adulto. Altri sette presunti membri di una banda sono stati arrestati con l’accusa di traffico di stupefacenti.
Le vittime stavano organizzando una festa di compleanno in casa al momento dell’attacco, che ha causato anche il ferimento di sette persone, tra cui due bambini. Il nome del ragazzo non è stato reso noto, ma il suo soprannome – ‘El Chapito’, ‘Piccolo Chapo’ – sembra essere un riferimento all’ex re del narcotraffico, attualmente in carcere negli Usa, Joaquin ‘El Chapo’ Guzman.
Il motivo degli omicidi non è stato reso pubblico, ma le bande di narcotrafficanti messicane spesso sono coinvolte in sequestri di persona e omicidi a contratto. Gli assassini minorenni non sono una novità in Messico, commenta il giornale.
Nel 2010, i militari arrestarono un ragazzo di 14 anni soprannominato ‘El Ponchis’, che raccontò di essere stato rapito quando aveva 11 anni e costretto a lavorare per il cartello del Pacifico meridionale, un ramo della banda di Beltran Leyva. L’adolescente disse di aver partecipato alle decapitazioni di almeno quattro persone.
Dopo il suo arresto, ‘El Ponchis’ – che le autorità identificarono solo con il suo nome, Edgar – disse ai giornalisti che fu drogato e costretto a commettere i crimini sotto le minacce.
Articolo pubblicato il giorno 17 Marzo 2023 - 19:23