Danilo Iervolino a tutto campo: il patron della Salernitana ha parlato in una lunga intervista rilasciata a Il Mattino sulla crisi del sistema calcio, lo scudetto ormai imminente del Napoli e il futuro dei granata, in lotta per la salvezza in campionato.
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Si parte proprio dallo stato del calcio italiano: “Serve un equilibrio finanziario, la politica di rigore è obbligatoria. Altrimenti cadono tutti. In Lega bisogna affrontare i problemi scindendo quelli del calendario e delle partite, da quelli dei diritti del market, dell’approccio al mercato e dalle attività commerciali”.
“La mia idea è quella di prendere in considerazione gli investimenti di un fondo qualsiasi che prenda i diritti televisivi – ha aggiunto -. Se non siamo capaci affidiamoci a chi lo fa di mestiere. Non valorizziamo sufficientemente il prodotto, non abbiamo capito le potenzialità”.
“Il vero ostacolo probabilmente è la legge Melandri, perché il tesoretto non sarebbe più proporzionato a queste legge. Ma c’è di più: in Italia tra l’ultima in classifica e la prima sui diritti c’è una differenza triplicata in favore delle grandi, nel calcio inglese la differenza è nettamente minore, i soldi sono proporzionati per tutti i club”.
“Con De Laurentiis siamo quasi sempre in sintonia, tranne sulla questione dei fondi – conclude sull’argomento -. Aurelio ha grandi capacità e lo vedrei bene come presidente di Lega, se non fosse incompatibile con la carica”.
Si passa dunque a parlare di Napoli e di festa scudetto: “Il comunicato degli ultras granata? Io sono per il terzo tempo, in cui dopo vanno a bere tutti una birra insieme. Ma da una città che compete nello stesso campionato con gli azzurri non ci si possono aspettare festeggiamenti, è una nota che trovo dunque giustissima”.
“Avete mai visto una squadra che festeggia con bandiere la vittoria di un’altra, tipo l’Espanyol che festeggia la vittoria del Barcellona? No, non si può pretendere. Ma si può rispettare e applaudire, per questo continuiamo a lavorare per costruire un ponte tra città e tifoserie”.
“Dove vede la Salernitana tra cinque anni? Guardo in alto, abbiamo una tifoseria leggendaria – prosegue -. Ma rispetto a Napoli parliamo di realtà completamente differenti. Possiamo comunque fare grandi cose con la progettualità. Mi ispiro al modello dell’Atalanta, ma anche a quello dell’Ajax in Olanda”.
“Salvezza? Domenica sarà decisiva a La Spezia, ma credo comunque intorno ai 33-35 punti si potrebbe farcela. Paulo Sousa è un profilo internazionale che sta ridando alla squadra un gioco corale, energia ed emozioni”.
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