Foto: SSC Napoli su Twitter
Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli, si racconta in un’intervista alla rivista Undici in una giornata che potrebbe essere storica per gli azzurri, stasera impegnati nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro l’Eintracht Francoforte.
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Il terzino ha parlato della lunga estate azzurra che ha preceduto una stagione che poi si sarebbe rivelata trionfale, con ormai il terzo scudetto vicinissimo, rivelando: “L’ambiente di Napoli ha vissuto male l’ultima estate e gli addii di alcuni giocatori”.
“Io però vedevo che stava nascendo un grande gruppo, così dissi a uno dei collaboratori del mister che avremmo potuto fare molto bene.Nessuno si aspettava una stagione del genere ma sta andando così, e noi siamo molto contenti”, ha aggiunto.
Non me l’aspettavo.Ma siamo cresciuti”
Sulla fascia di capitano, il difensore dice: “Non mi aspettavo di essere scelto, ma credo che il mister l’abbia fatto per il modo in cui mi comporto, non solo in partita ma anche in allenamento, per il fatto che vado sempre al massimo”.
Ancora sulla crescita del Napoli. “Io non c’ero quando il Napoli ha sfiorato lo scudetto negli ultimi anni, però penso che siamo cresciuti.
Siamo cresciuti noi, è cresciuto il Napoli, è cresciuta anche la piazza”, ha dichiarato.Sulla crescita nel corso della carriera, Di Lorenzo aggiunge: “Tutti gli step che ho vissuto sono stati quelli giusti per me, mi hanno permesso di fare ciò che dovevo: migliorare a livello tecnico, tattico, fisico.
Non cambierei niente del mio percorso, mi ha permesso di diventare l’uomo e il calciatore che sono”.
“La mia forza più grande è stata la capacità di non mollare mai”, aggiunge ricordando anche che “da piccolo la gioia più grande era quella di segnare.Poi sono diventato difensore per necessità”.
E sull’arrivo al Napoli: “Sono diventato subito un titolare, e questo mi ha sorpreso.
Ma in fondo me lo meritavo, credo di aver lavorato bene e di essermi messo in mostra fin dall’inizio”, dichiara orgoglioso.
Di Lorenzo parla anche degli allenatori con cui ha lavorato. “Tutti mi hanno lasciato qualcosa di bello, di importante.Risalendo le categorie, ho avuto la fortuna di incrociare alcuni tra i tecnici più bravi.
Questo mi ha permesso di scoprire le mie doti, anche quelle più nascoste”, dice il capitano azzurro.
“Oggi gioco in una grande squadra che disputa le coppe europee e anche con l’Italia, sento l’inno nazionale e quello della Champions prima delle partite: sono cose che uno sogna da bambino.Sono emozioni forti, e io me le sto godendo tutte”, conclude.
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