Questa mattina, militari del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Ancona, in collaborazione con il Gruppo Tutela Ambiente di Roma e Napoli, hanno eseguito otto misure cautelari non custodiali, emesse dal GIP del Tribunale di Ancona, nei confronti di otto soggetti coinvolti nel reato di attivitร organizzata di traffico illecito di rifiuti, inerente il recupero degli oli vegetali esausti.
La complessa attivitร investigativa รจ diretta dalle Direzioni distrettuali antimafia di Ancona e di Napoli, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Lโindagine รจ volta a contrastare un importante fenomeno criminale che, con lโaggravante di agevolare associazioni criminali camorristiche, era dedito al traffico illecito di oli esausti trattati illecitamente, con gravi implicazioni di impatto ambientale per la gestione abusiva di ingenti quantitร di rifiuti.
Eโ stata riconosciuta la gravitร indiziaria con riferimento alla posizione di otto soggetti dimoranti in piรน parti del territorio nazionale: D.S. F. Napoli โ71, S.D. Napoli โ73, P.G. Mesagne (BR) โ94, M.P. Acerra (NA) โ79, T.G. Afragola (NA) โ71, C.P. Casoria (NA) โ74, D.F. Villa Literno (CE) โ79, B.M. Bologna โ63.
Lโattivitร illecita รจ consistita anche nella perpetrazione di furti aggravati di oli vegetali esausti, classificati come rifiuto liquido non pericoloso, di elevato valore commerciale per gli incentivi collegati alla produzione finale di biocarburante.
Lโinvestigazione รจ stata condotta per quasi due anni, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, durante i quali, dallโiniziale riscontro di numerosi furti aggravati di olio vegetale esausto, raccolto in appositi contenitori dislocati nelle vie urbane di vari comuni siti nel territorio marchigiano, รจ stato possibile individuare unโattivitร organizzata di traffico illecito di rifiuti, facente capo a una pluralitร di soggetti, alcuni dei quali giร gravati da precedenti penali per le medesime violazioni di natura ambientali e di gestione dellโattivitร illecita di rifiuti, nonchรฉ di criminalitร organizzata, dotati di mezzi e stabilimenti.
Lโattivitร criminale, riconducibile a ditte dislocate tra la regione Marche (per lo piรน fascia litoranea sud, Grottammare, e inizio della fascia abruzzese, Martinsicuro) e la regione Campania (Afragola, Casoria e Napoli), effettuava operazioni di raccolta illecita di olio vegetale esausto presso i contenitori di raccolta posti nelle vie urbane delle cittร , danneggiandoli, oppure presso sedi commerciali, senza le previste autorizzazioni.
Lโolio trafugato, successivamente, veniva illecitamente stoccato presso lo stabilimento sito a Grottammare (AP) e poi trasportato presso altre ditte fuori regione, in assenza della prevista documentazione (Formulari di Identificazione Rifiuti) determinando, cosรฌ, una totale assenza di tracciabilitร del rifiuto.
Dalla disamina delle visure camerali e dallโanalisi della documentazione acquisita, รจ emerso che le ditte coinvolte site in Campania (Fargeco s.r.l., Biofaroil s.r.l. e Soloil Italia s.r.l), oltre ad operare nel medesimo settore commerciale, avevano un legame strutturato e solido, in quanto i rispettivi amministratori erano legati tra loro da legami di parentela, condividevano le stesse sedi e utilizzavano vicendevolmente mezzi e dipendenti.
Rilevante รจ il legame che รจ emerso con la criminalitร organizzata, essendo i reati in contestazione aggravati ai sensi dellโart. 416 bis.1. c.p. dalla finalitร di agevolare il sodalizio camorristico denominato clan Moccia, attraverso lโintestazione delle compagini sociali e anche mediante il ritorno di ingenti illeciti profitti, conseguiti dalle aziende coinvolte.
Le indagini protratte nel tempo hanno permesso di acquisire elementi utili a ricostruire il modus operandi dellโattivitร delittuosa e di cogliere lโessenza del fenomeno criminale.
Lโolio vegetale esausto รจ classificato come rifiuto speciale liquido non pericoloso (codice E.E.R. 20.01.25) e, pertanto, soggiace alla normativa di settore, la cui gestione di raccolta, trasporto e recupero deve esser curata da soggetti appositamente autorizzati; infatti, se smaltito in maniera non corretta, puรฒ rappresentare un pericolo per le matrici ambientali, al contrario, se trattato correttamente, esso puรฒ acquisire un elevato valore commerciale, in particolare, per la produzione di biodiesel.
Pertanto, considerato il valore che assume il rifiuto una volta trattato, il sodalizio poneva in essere condotte volte a creare una concorrenza sleale con gli operatori del settore nellโarea marchigiana, attraverso sabotaggi di contenitori, furti, danneggiamenti o raccolta di olio a clienti non contrattualizzati, senza trascurare altre condotte intimidatorie.
Dalla disamina delle informazioni acquisite nel corso delle indagini, รจ emerso che gli stabilimenti siti nella regione Campania, dove lโolio veniva trasportato, erano privi di autorizzazioni, con strutture sottodimensionate per le operazioni che avrebbero dovuto realizzare e non atte al trattamento adeguato dellโolio, per la sua cessazione della qualifica di rifiuto, venendosi cosรฌ ad alimentare una seconda filiera di traffico illecito di rifiuti.
Articolo pubblicato il giorno 10 Marzo 2023 - 13:42