I legali del carabiniere Giuseppe Molinaro, assassino per gelosia, gli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, hanno emesso una nota che spiega che “Molinaro ha ricostruito minuziosamente i fatti e si è assunto la responsabilità dell’infausto accaduto.
Ripetendo incessantemente che non aveva alcuna intenzione di fare del male a nessuno – tanto è vero che si è avvicinato all’ingresso dell’hotel passeggiando in compagnia di Miriam Mignano (la 31enne ferita e ricoverata al Gemelli nda) per andare a parlare pacificamente con Giovanni Fidaleo – e che non riusciva a spiegarsi come avesse potuto commettere un gesto così grave, tanto irrazionale e inconsulto da spezzare la vita altrui e tentare di porre fine anche alla propria.
Difatti l’appuntato scelto Molinaro, ancora sotto shock, è addolorato, sconvolto e profondamente pentito dell’azione commessa e chiede di essere perdonato per quanto compiuto, attendendo l’occasione per poter manifestare anche personalmente ai familiari delle vittime la propria sofferenza per l’azione realizzata”.
I legali aggiungono che “i familiari di Molinaro, la moglie Giuseppina e i figli Christian e Immacolata, seppur distrutti nel profondo e sconvolti dall’accaduto – di certo non può essere ignorato che anch’essi sono vittime innocenti del gesto di Giuseppe – intendono manifestare la massima solidarietà e vicinanza al dolore dei familiari di Fidaleo e Mignano, per la quale pregano affinché si riprenda al più presto.
Quanto accaduto ha disorientato tutte le persone che conoscono Giuseppe, carabiniere esemplare e uomo sempre pacifico e mai violento, dal quale nessuno si sarebbe mai aspettato un gesto così estremo e drammatico nelle conseguenze, portando alla luce un rilevante disagio che, seppur mai giustificativo di un’azione del genere, purtroppo è in grado di rendere l’uomo vulnerabile e involontariamente distruttivo per gli altri e per se stesso”.
Domani si terrà l’udienza di convalida del fermo del 58enne carabiniere Giuseppe Molinaro, in carcere da martedì sera per l’omicidio del 67enne gestore di albergo di Castelforte, in provincia di Latina, Giovanni Fidaleo, e per il tentato omicidio della 31enne compagna dell’albergatore, attualmente ricoverata in ospedale a Roma.
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