La Cassazione ha annullato la sentenza di condanna comminata dalla Corte di Appello di Napoli nei confronti di Luigi Puca.
Il figlio del boss di Sant’Antimo era imputato per estorsione insieme con Giuseppe D’Aponte. I due era stati arrestati nel 2020 dai carabinieri.
Luigi Puca, figlio del boss Pasquale detto o’ minorenne, è stato difeso dall’avvocato Roberto Iacono insieme con Vianello Accoretto mentre l’imprenditore edile Giuseppe D’Aponte è stato difeso dall’avvocato Giaccio.
I due erano accusati del reato di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose ai danni di un altro costruttore della zona.
Secondo quanto raccolto durante le indagini, anche grazie alla denuncia della vittima, i due uomini, con reiterate richieste e minacce di morte, avevano costretto la vittima, trovatasi in gravi difficoltà economica, a consegnare loro assegni e cambiali per un importo complessivo di oltre 50 mila euro a fronte di un debito iniziale di 11 mila.
L’imprenditore, che aveva concesso al D’Aponte di far transitare dei pagamenti sul suo conto corrente, a causa di alcune spese improvvise a cui aveva dovuto fare fronte, aveva preso a prestito tale somma per la quale tuttavia, dopo alcuni giorni, il D’Aponte, riferendo che quelli fossero soldi della famiglia Puca, aveva preteso la restituzione per un importo di molto superiore alla cifra originaria.
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