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Camorra, killer del clan Mazzarella: “Percepivo 10mila euro al mese, comprai una moto”. I verbali

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Con i soldi dell’omicidio il killer si comprò una moto, una enduro molto in voga all’epoca.

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Così Ciro Giovanni Spirito, uno dei sicari di Salvatore Lausi, affiliato al clan Mazzarella ritenuto colpevole di avere fatto sparire 100 milioni di lire che gli erano stati affidati, spese i soldi che gli vennero dati per commettere quell’assassinio, insieme con Vincenzo De Bernardo e Salvatore Barile.

Lausi, venne ucciso in un agguato scattato nel rione Sanità di Napoli il 6 ottobre 2002 e Spirito divenne collaboratore di giustizia prima di suicidarsi in carcere il 23 dicembre 2009. Il sicario fece anche sapere agli inquirenti che a commissionargli l’omicidio “furono Gennaro Mazzarella, fratello di Vincenzo, e Michele Mazzarella, figlio di Vincenzo”.

In cambio, “ebbi in regalo dei soldi con i quali acquistai una motocicletta Honda Transalp”. “Nel programmare l’omicidio – aveva spiegato Spirito – ci ponevamo il problema che Totore (Salvatore Lausi, la vittima) doveva darci circa 100mila euro, sempre provento della droga. Ma superammo la perplessità, ritenendo che avremmo, comunque, potuto in qualche modo recuperare la somma di denaro”.

“Percepivo 10mila euro al mese, diventati 2.500 nel periodo in cui erodetenuto. Gli emolumenti venivano decisi da Vincenzo Mazzarella e successivamente da Paolo Ottaviano, che li mandava attraverso un suo uomo”, aveva raccontato ancora ai magistrati della Dda sempre Spirito prima di suicidarsi.

 Il killer del clan Mazzarella superpagato

Spiegando anche sua vita di killer superpagato al servizio della camorra. “Ho iniziato come semplice autista o conducente di motocicli per arrivare ben presto a commettere omicidi nell’interesse del clan e comporre così il gruppo di fuoco dell’organizzazione:allora il mio stipendio aumentò notevolmente. Con gli anni sono via diventato uno degli uomini di più stretta fiducia del capoclan Vincenzo Mazzarella, con il quale fui catturato nel 1999 in Francia”.

Spirito, insieme con il boss Vincenzo Mazzarella, di 53 anni, fu arrestato nel 1999 a Nizza dalla Squadra Mobile di Napoli in collaborazione con agenti di polizia francesi. I due furono sorpresi in un lussuoso residence dell’ hotel Siracuse a Villeneve Luobet. Mazzarella e Spirito finirono in manette con l’accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico.

A Spirito, in particolare, si contestava anche l’omicidio di Egidio Cutarelli, avvenuto il 16 febbraio 1998, davanti al carcere di Poggioreale a Napoli. Il delitto avvenne nell’ ambito dello scontro tra gli esponenti del clan Mazzarella e quelli della “Alleanza di Secondigliano”. Nella sparatoria morì anche il padre di Vincenzo Mazzarella, Francesco.

L’agguato era stato organizzato dai killer dell’ “Alleanza di Secondigliano” contro Vincenzo Mazzarella che quel giorno doveva essere scarcerato. Nel 2007 il nipote di Spirito, Giosuè, fu ucciso, forse per una “vendetta trasversale”.


Articolo pubblicato il giorno 6 Marzo 2023 - 17:55 / di Cronache della Campania


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