Il giorno della partita della Juventus con il tribunale è arrivato.
Domani mattina nella maxi aula 2 del Palazzo di giustizia di Torino, il giudice Marco Picco darà il fischio di inizio dell’udienza preliminare a carico di Andrea Agnelli e altri dodici imputati (tra cui la stessa Juventus, chiamata in causa come persona giuridica) per la questione plusvalenze.
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Ma non sarà un appuntamento decisivo. Ci sono da sbrigare una serie di incombenze, e quello che si profila è un rinvio.
Per almeno tre ragioni fondamentali. Una di queste riguarda la costituzione di parte civile delle cosiddette “persone offese”, quelle che ritengono di avere subito un danno dalle presunte irregolarità compiute sui bilanci bianconeri.
Il Codacons chiederà che vengano ammessi poco meno di una trentina di azionisti (altri si sono mossi senza ricorrere ad enti o associazioni). In teoria fra i danneggiati potrebbero essere considerati anche i giocatori.
E’ il caso di Cristiano Ronaldo e Dybala, che tramite i loro legali hanno già fatto sapere che avanzano dalla Juventus fior di milioni. Ma le difese spunteranno i nomi ad uno a uno e, al giudice, faranno presente chi, a loro parere, ha il diritto di costituirsi e chi non ce l’ha.
In secondo luogo, è assai probabile che la procura apporti un ritocco ai capi d’accusa (al momento sono 15 e comprendono la manipolazione dei mercati, le false comunicazioni sociali, dichiarazione fraudolenta) alla luce di quanto emerso dalle indagini integrative svolte nelle ultime settimane.
In questo caso le difese hanno diritto a chiedere un “termine”, che di solito si traduce in un rinvio, per esaminare le novità. Ma sul processo pende soprattutto la spada di Damocle della competenza territoriale.
Gli avvocati sostengono che la causa deve essere celebrata a Milano (o in subordine a Roma) per le modalità con cui vengono diffusi i comunicati in Borsa.
In base a una modifica introdotta di recente con la riforma Cartabia il giudice può interpellare subito la Corte di Cassazione, che deciderà in camera di consiglio. Questo determinerà uno stop.
L’accusa è sostenuta dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal sostituto procuratore Mario Bendoni, mentre il terzo pm, Ciro Santoriello, ha deciso di astenersi dopo le polemiche divampate nelle ultime settimane per la pubblicazione di vecchi video in cui, scherzando, manifestava le sue simpatie calcistiche per il Napoli, e il suo ‘odio’ calcistico per la Juve.
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