Da anni si batte per veder riconosciuto lo ius scholae, ovvero il diritto di cittadinanza ai tanti figli di stranieri extracomunitari che hanno compiuto un intero percorso di studi in Italia, il più delle volte nati qui e italiani di fatto per lingua, istruzione scolastica e abitudini, ma non per legge.
Di fronte alla convocazione nella nazionale italiana di calcio dell’argentino oriundo Mateo Retegui, l’avvocato napoletano di origini nigeriane Hilarry Sedu, un’adolescenza trascorsa a Castel Volturno e un passato da ex calciatore anche nella Salernitana, pubblica un post molto critico, in cui senza mezzi termini parla di “assurdità” e “discriminazione”.
“Ci riempiamo la bocca di integrazione ed inclusione sociale – scrive Sedu – ci investiamo miliardi di euro dello Stato, e poi assistiamo a delle assurdità come la convocazione in nazionale del calciatore Mateo Retegui”.
“Parliamo di un ragazzo nato in Argentina, mai vissuto in Italia, non parla una virgola di lingua italiana ed ovviamente non conosce l’Inno nazionale italiano, ma ha un passaporto italiano grazie ad un bisnonno immigrato in Argentina agli inizi del ‘900”.
“I giornalisti italiani hanno anche l’imbarazzo ad intervistare un giocatore della nostra nazionale che non parla la nostra lingua. Invece la cittadinanza italiana continua ad essere negata ai figli degli immigrati che sono nati e cresciuti sul suolo della Repubblica. Se questa non è una palese discriminazione, vi prego di farmi esempi più limpidi”.
Sedu ha ottenuto la cittadinanza dopo i 18 anni, visto che la legge attuale prescrive che uno straniero debba attendere la maggiore età per poter avanzare la richiesta.
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