Seconda aggressione in pochi giorni ai danni di agenti penitenziarie nel carcere femminile di Pozzuoli.
Secondo i sindacati sono dovute alla “non idonea gestione” delle articolazioni per la tutela della salute mentale (ATSM) le aggressioni al personale del carcere femminile di Pozzuoli, l’ultima ieri, a causa della quale diverse poliziotte sono dovute ricorrere alle cure mediche.
A denunciare le “gravi condizioni lavorative” in cui versa il personale di Polizia penitenziaria dell’istituto, sono, in una nota congiunta, i sindacati SINAPPE, UIL P.A., USPP, FNS CISL, CGIL FP e CNPP, che ribadiscono lo stato di agitazione.
“La grave situazione – spiega la nota – si ritiene essere principalmente riconducibile all’assenza di una idonea organizzazione dell’articolazione di salute mentale, determinata dall’assenza negli orari pomeridiani, notturni, nei fine settimana e nei giorni festivi di personale sanitario specializzato, deputato alla gestione delle detenute ristrette nell’ATSM.
Tutto ciò, sembrerebbe, in contraddizione con quanto stabilito dal Protocollo di intesa sottoscritto dalla Direzione e l’ASL NA 2 Nord, con il quale si prevedeva la presenza di personale sanitario specializzato H24″.
I sindacati segnalano inoltre che “le reiterate doglianze presentate dal personale di Polizia Peninenziaria ivi in sevizio risulterebbero del tutto vane, poichè le azioni poste in essere dalla direzione dell’istituto non sarebbero nè risolutive, ne allevierebbero il disagio lavorativo in cui il personale di Polizia Penitenziaria opera.
Disagio ulteriormente aggravato dalla grave carenza di organico che impone al personale massacranti turni che vanno ben oltre gli orari prestabiliti e, sovente, senza poter nemmeno fruire dei previsti diritti soggettivi”, concludono i sindacati.
Articolo pubblicato il giorno 8 Marzo 2023 - 16:22