Ammonta ad almeno 11.719 il numero delle vittime delle due violente scosse di terremoto di magnitudo 7.8 e 7.6 che lo scorso 6 febbraio hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale.
Nello specifico, secondo quanto riferisce l’emittente panaraba “Al Arabiya”, 9.057 persone sono morte in Turchia e altre 2.662 in Siria, mentre i feriti sono pari ad almeno 52.979 nelle regioni turche e circa 5.000 in quelle siriane.
“Abbiamo vissuto uno dei piu’ grandi disastri sismici della nostra storia. Sfortunatamente, siamo stati esposti a due terremoti senza precedenti in dieci province, uno dopo l’altro”, ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in dichiarazioni rilasciate dalla provincia di Hatay, precisando che il sisma ha interessato un’area di circa 500 chilometri, che ospita 13,5 milioni di abitanti, e che gli edifici distrutti sono stati almeno 6.444.
Nel frattempo, nella sola Hatay “stanno lavorando 21.200 tra soldati, gendarmi e polizia”, ha fatto sapere Erdogan.
Per quanto riguarda la Siria, in base a dati raccolti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), organizzazione non governativa con sede a Londra ma con una vasta rete di fonti sul campo, il bilancio delle vittime e’ pari ad almeno 3.135 e comprende sia le zone terremotate sotto il controllo del governo di Damasco che quelle gestite dai gruppi di opposizione appoggiati dalla Turchia.
La Turchia e la Siria sono state colpite lunedi’ 6 febbraio da due violentissime scosse di terremoto in quello che il presidente turco ha definito il piu’ grave sisma dopo quello che colpi’ la provincia turca di Erzincan nel 1939.
La prima scossa di magnitudo 7.8 e’ stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) e ha avuto come epicentro la cittadina di Pazarcik nella provincia turca di Kahramanmaras. Una seconda scossa di magnitudo 7.6 e’ stata registrata intorno alle 13:24 ora locale (le 11:24 in Italia) nel distretto di Elbistan, sempre nella provincia turca di Kahramanmaras.
Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 58 tra villaggi e citta’ sotto il controllo del governo di Damasco guidato dal presidente Bashar al Assad – tra cui Latakia, Hama e Aleppo – sono state colpiti dal sisma. Devastate anche le province di Afrin e Idlib controllate soprattutto dai gruppi di opposizione, che portano il totale degli abitati devastati dal sisma a 72.
Come evidenziato dallo Sohr, l’elevato numero di vittime nei territori siriani e’ anche conseguenza dell’incapacita’ delle equipe di medici di salvare feriti, vista la carenza dell’attrezzatura di emergenza necessaria e di medicinali e il ritardo nei soccorsi.
L’Osservatorio ha quindi chiesto agli attori internazionali di intervenire immediatamente per salvare i feriti e “far fronte al disastro umanitario”, mentre ha rivolto un appello alla Turchia, invitando le autorita’ ad accogliere feriti siriani e a inviare squadre mediche per le operazioni di soccorso.
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