Si è chiuso con l’assoluzione di tutti i 29 imputati il processo cosiddetto “Ruby ter”.
I giudici della settima sezione penale di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi, Karima el Marough, la giovane marocchina più conosciuta come Ruby, e altre 27 persone: le cosiddette olgettine e altri ospiti delle serate di Arcore, tra cui la senatrice Maria Rosaria Rossi e il presidente di Medusa Carlo Rossella.
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Erano tutti accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza ma secondo il Tribunale “il fatto non sussiste”. Per Barbara Guerra è anche stata pronunciata una sentenza di “non luogo a procedere” per prescrizione del reato di calunnia.
Processo Ruby ter, Berlusconi assolto
L’impianto accusatorio formulato dalla procura di Milano, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, non ha dunque retto al vaglio dei giudici della settima sezione penale.
Stando alla ricostruzione dei pm, tra il 2011 e il 2014 l’ex premier avrebbe corrotto con 10 milioni di euro Ruby (che avrebbe ricevuto 5 mln), le cosiddette “olgettine” e gli altri ospiti delle serate di Arcore poi ascoltati come testimoni nel processo Ruby che si concluse con l’assoluzione definitiva di Berlusconi in Cassazione.
In altre parole, i magistrati milanesi sono convinti che l’ex premier abbia “comprato” il silenzio delle ragazze e di tutti quelli che parteciparono ai festini del “bunga bunga” per spingerli a rendere testimonianze false o reticenti davanti ai giudici, e soprattutto a non rivelare in Tribunale i retroscena più “piccanti” dei festini di Villa San Martino.
Una maxi corruzione che, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe insomma portato all’assoluzione di Berlusconi nel primo processo sul caso Ruby proprio grazie a una serie di testimonianze “addomesticate”. Una ricostruzione non accolta dal Tribunale che ha pronunciato una sentenza di assoluzione “perchè il fatto non sussiste”.
Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2023 - 14:38