E’ chiamata a decidere se avallare o meno la richiesta di estradizione avanzata nei confronti dell’europarlamentare Andrea Cozzolino, la Corte di Appello di Napoli che si riunirà domani mattina, nel Nuovo Palazzo di Giustizia partenopeo, alla presenza dei legali dell’europarlamentare partenopeo indagato dalla Procura Federale belga nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate.
Secondo quanto si è appreso i legali dell’europarlamentare non hanno ancora a disposizione la documentazione a sostegno del mandato di arresto europeo emesso dalla procura belga e notificato venerdì a Cozzolino dal Gico del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Napoli.
Se gli atti non verranno consegnati in tempo è probabile che, quindi, domani gli avvocati Vincenzo Domenico Ferraro e Federico Conte avanzino una richiesta di rinvio.
Entrambi, in una nota diffusa venerdì scorso, hanno evidenziato che, a loro parere, il mandato di arresto europeo “è illegittimo” perché “basato su un quadro indiziario del tutto evanescente e si fonda su mere presunzioni e sospetti, prive di riscontri oggettivi basilari per un’accusa di corruzione, quali il dove, il quando, il quanto e il come, il cosa”.
Lo stesso giorno (venerdì scorso) i giudici della sezione misure di prevenzione della Corte di Appello di Napoli hanno disposto i domiciliari per l’europarlamentare che ha trascorso la notte tra giovedì e venerdì nel carcere di Poggioreale.
Secondo gli inquirenti, Cozzolino, dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, in qualità di componente del Parlamento Europeo, presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché nella veste di componente della commissione speciale Pegasus, in concorso e in associazione con Panzeri, Giorgi, Kaili, Tarabella e Arena, avrebbe “indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo”.
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