Questa mattina al Coni è andata in scena la XIII Edizione del “Premio Andrea Fortunato – Lo Sport è Vita” che promuove l’obbligatorietà del passaporto ematico, che mira a introdurre gli esami a carattere ematico e cardiaco tra quelli attualmente previsti per ottenere l’idoneità sportiva.
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Il Premio è stato assegnato a Luciano Spalletti nella categoria “miglior allenatore” alla presenza del presidente del Comitato Olimpico, Giovanni Malagò, di Gabriele Gravina (presidente Figc, che ha ritirato un premio in ricordo di Gianluca Vialli), Mauro Balata (presidente Lega Serie B) e altri protagonisti del mondo del calcio.Malagò ha parlato di iniziativa “cresciuta di anno in anno”.
E parlando del passaporto ematico ha detto che “questa partita la stiamo giocando tutti insieme, coinvolgendo varie istituzioni”.
“C’è la volontà di utilizzare uno strumento che possa dissipare qualsiasi dubbio in materia” ha concluso il numero uno del Coni.Tra i premiati anche Franco Baresi (premio Leggende del calcio), Rosella Sensi (premio fair play) e il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, che ha detto di augurarsi “che lo scudetto torni finalmente al Sud”.
La pressione?Dobbiamo gestirla”
“La pressione dobbiamo gestirla, ci vuole molta calma.
Ancora c’è tanto lavoro da fare e ci sono un numero di partite che non ci consentono di avere distrazioni, ma fa piacere che la squadra sia così attenta e vogliosa di giocare”, ha detto Spalletti a margine della premiazione.
“Da qui in avanti, proprio perché aumenteranno situazioni che non ci faranno stare tranquilli, sarà difficile rimanere leggeri e creativi – ha aggiunto – L’Eintracht in Champions?E’ forte quanto noi.
Lo abbiamo studiato e sarà una sfida difficilissima”.
A chi gli chiede se questo Napoli è la squadra più forte che abbia allenato ha risposto: “Ho allenato grandi squadre e grandi calciatori.Non ho rimorsi, può succedere quello che gli pare io vivrò bene.
Ho dedicato una vita a questo sport e continuerò a farlo.Quando si fa così diventa più facile accettare gli eventi futuri”.
Poi ha concluso parlando di Kvaratskhelia: “Lui ha questa sensibilità nel dribbling, nell’accarezzare la palla e nel portare quelle finte da cui è così difficile difendersi.
Forse è Salah uno di quelli che aveva questa qualità nella stretto e questa finalizzazione così precisa.E’ uno che non sente la pressione”.
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