“Il Tribunale di Napoli, grazie al grande apporto della Procura, e in particolare del dottore Giulio Vanacore che ha coordinato le fasi di indagini e l’accusa nei vari filoni processuali, ha dunque scardinato una diffusa visione, erroneamente riduttiva, dei crimini contro la fauna selvatica, considerati reati minori perché non valutati nella loro complessità, quali fenomeni idonei a coinvolgere, oltre agli aspetti ambientali e legati alla salute umana, anche quelli economici”.
Così, in una nota, il WWF commenta la sentenza di condanna inflitta nei confronti di due imputati ritenuti coinvolti dagli inquirenti nella pesca illegale e nella commercializzazione di datteri di mare, un’attività, “che ha accertato la distruzione di enormi porzioni di fondale marino nell’area del Golfo di Napoli e dei faraglioni di Capri”.
“Gli imputati sono stati condannati a pene di quattro e sei anni di reclusione e al pagamento del risarcimento e delle spese processuali a favore delle parti civili, tra cui vi è il WWF Italia, assistito dall’avvocato Andrea Franco”, rende noto il comunicato in cui viene anche sottolineato “grande merito anche alle forze di Polizia, in particolare alla Guardia Costiera e alla Guardia di Finanza”. Per il WWF Italia si tratta “di una sentenza storica perché finalmente si riconosce il bracconaggio come un fenomeno che, per gli enormi volumi d’affari illeciti generati, è svolto da soggetti organizzati in maniera professionale”.
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