Il comune di Napoli attraverso una telefonata del il direttore generale del Comune d Pasquale Granata, fatta in presenza dell’assessore alla Sicurezza, l’ex questore Antonio De Iesu, ha chiesto all’amministratore del condominio dove sorge il murale raffigura il babyrapinatore Ugo Russo per chiedere quali intenzioni abbia ora il comitato “Verità e giustizia per Ugo Russo” per la rimozione del murale.
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La sentenza del Consiglio di Stato, la più alta Corte della giustizia amministrativa, è ormai esecutiva e quindi il murale deve ora essere rimosso. Il dipinto di 36 metri quadrati è sul muro di conto del palazzo di piazza Parrocchiella ai Quartieri Spagnoli.
Il Comune ha dato un ultimatum: entro questa settimana devono decidere se vogliono cancellare il murale a loro spese oppure lo farà il comune, ma in quel caso le spese addebitate al condominio saranno sicuramente superiori.
Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli: “La legge non è uguale per tutti a quanto pare. Il murales abusivo dedicato al baby rapinatore Ugo Russo non solo dopo la sentenza del consiglio di stato non è stato rimosso ma a quanto ci risulta ci sarebbero minacce nel quartiere per evitare che sia eliminato.
D’altronde da tempo quel sito è diventato meta di camorristi e mafiosi che vanno in “pellegrinaggio” davanti al volto del giovane delinquente morto mentre tentava di fare una rapina per affermare i loro disvalori anche con video su tiktok.
Neanche il pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini ha mai ricevuto un solo euro per pagare i danni causati da amici e familiari che lo sfasciarono con violenza dopo la morte del giovane. Danni che ha pagato la collettività, come sempre la collettività mantiene la famiglia di Ugo Russo composta da noti pregiudicati che vivono con il reddito di cittadinanza.
In galera invece si trovano parenti e amici che andarono a fare una stesa fuori alla caserma dei carabinieri Pastrengo come risposta alla morte di Russo. La domanda che si pongono le persone perbene, le vittime e chi vive nella legalità a Napoli è una sola: perchè ai criminali viene permesso tutto compreso di vivere alle spalle della società, di sfasciare gli ospedali, di sparare contro le caserme e di ergere “monumenti” in omaggio alla delinquenza mentre chi riga dritto nella migliore delle ipotesi viene ignorato o considerato un fesso?
Il comune deve imporre la rimozione del murales a spese di chi lo ha realizzato facendo capire una volta e per tutte che a Napoli il crimine non paga e non comanda”.
Borrelli ad aprile inizierà pure un processo contro il padre di Ugo Russo per le gravi minacce che lo stesso ha fatto negli anni contro l’esponente politico che si è sempre battuto contro la beatificazione del crimine.
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