“Una latitanza così lunga (quella di Messina Denaro, ndr) si è fondata su aiuti che non sono quelli del ‘picciotto’ ma di persone laureate, apprezzati professionisti che sono anche soggetti dialoganti con le mafie”.
Così il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, aggiungendo: “Una latitanza così complessa non si può realizzare senza una serie di servizi – ha aggiunto -, Messina Denaro aveva documenti falsi, medici che lo hanno aiutato per le terapie e altri soggetti che gli sono stati intorno.
Ci sono pezzi di società civile che con la mafia il dialogo lo cercano perché pensano di poter ottenere benefici”. “Una parte della classe dirigente della Sicilia – ha spiegato de Lucia – ha gestito il suoi affari in concorso con i mafiosi traendone significativi vantaggi. Oggi il fenomeno è meno esteso ma in qualche misura più grave: questo pezzo che consente alla mafia di sopravvivere è un soggetto compiacente, non soggiacente”.
Napoli – Un lungo applauso, una tammurriata e le note struggenti di un’orchestra hanno accompagnato l’ultimo… Leggi tutto
Un 40enne originario di Taurano, in provincia di Avellino, è stato denunciato per aver minacciato… Leggi tutto
Proseguono senza sosta i controlli delle forze dell'ordine nel contrasto al traffico di stupefacenti. Nel… Leggi tutto
Napoli – Un nuovo colpo del Commissariato di Scampia nella lotta allo spaccio. Nella mattinata… Leggi tutto
Poco dopo le 19,30 di stasera i carabinieri sono intervenuti al pronto soccorso dell’ospedale Santa… Leggi tutto
Roma– La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge della Regione Campania che consentiva al… Leggi tutto