“Anche se mi aveva aggredito, e non era la prima volta, non meritava di morire, mio figlio andava curato e aiutato”.
E’ la richiesta di aiuto e di chiarezza che la mamma di Mario Ementato, il giovane con problemi di tossicodipendenza, morto ieri dissanguato per un colpo di pistola alla gamba dopo una lite con la mamma e l’aggressione agli agenti nel commissariato Vicaria.
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La donna ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano Il Mattino dalle quali si evince la richiesta di chiarezza su come si sono svolti i fatti e soprattutto si chiede se poteva essere salvato il figlio. Su questo punto sarà l’autopsia a stabilire le cause ed eventuali colpe mediche.
La donna ha anche raccontato: “Non era mai accaduto uno scontro così brutale con Mario – il figlio – che sembrava paranoico e completamente fuori di sé. Non avevo mai visto così tanta violenza in lui ma le ferite più profonde, ora, sono quelle che mi porto nell’anima”.
Sull’episodio indaga adesso la Squadra mobile. Il poliziotto che ha fatto fuoco è indagato per omicidio colposo, come atto dovuto. L’agente, difeso dall’avvocato Leopoldo Perone, nel corso del lungo interrogatorio al quale è stato sottoposto, ha spiegato di avere esploso un solo colpo di pistola puntando verso il basso e di averlo fatto dopo una colluttazione con Ementato.
Tutto è iniziato a tarda sera, in un’abitazione di via Pietro Colletta, nel centro storico di Napoli, tra il Corso Umberto e la Stazione centrale. Mario Ementato, 30 anni da compiere il prossimo 21 dicembre, in preda agli effetti della droga, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, dopo un’accesa discussione ha ferito con un paio di forbici la madre e il compagno della donna che ha cercato inutilmente di fermarlo.
Poi, come in preda ad un raptus, ha raggiunto il vicino commissariato di Polizia ‘Vicaria’ che si trova in piazza Enrico de Nicola, di fronte a Castel Capuano, storica sede del vecchio Tribunale di Napoli, dove il patrigno era corso a denunciare l’accaduto per tentare di accoltellarlo.
Sono stati momenti concitati e di forte tensione. I poliziotti hanno cercato di dissuadere il 29enne. Ma Ementato, già noto alle forze dell’ordine per reati connessi alla droga e predatori, ha colpito con le forbici il ‘patrigno’. Un agente è intervenuto per disarmare l’aggressore ma è stato ferito alla gamba destra dall’arma da taglio brandita da Ementato.
Stava per essere colpito dalla coltellata per una seconda volta quando è intervenuto in sua difesa un altro poliziotto che ha sparato ferendo gravemente alle gambe il 29enne. Quest’ultimo è stato soccorso e portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove poi è morto verosimilmente a causa di un’emorragia.
Ci sono ancora aspetti da chiarire per fare luce sulla vicenda. Di sicuro, a quanto si è appreso, nella colluttazione sono rimasti coinvolti tre agenti della Polizia di Stato, un centralinista ed altri due agenti della volante del commissariato Vicaria.
Nello stesso ospedale dove è stato portato il 29enne che poi è deceduto, sono stati medicati e dimessi il patrigno e l’agente accoltellato. Per quest’ultimo una diagnosi di 15 giorni. La donna, invece, è stata medicata e dimessa all’ospedale Cardarelli.
La segreteria nazionale del sindacato di Polizia Pnfd esprime solidarietà al personale del commissariato Vicaria. “Per quanto dispiace sempre che un giovane muoia in un così tragico episodio, è pur vero che gli agenti hanno sicuramente dimostrato una grande professionalità.
Lo stesso agente che si è visto costretto ad usare la pistola lo ha fatto solo quando si è reso conto di non avere altra scelta. Comprendiamo la sofferenza psicologica che sta vivendo chi ha usato l’arma dopo avere visto ferire un collega”. “Sono anni – dice Giuseppe Raimondi, segretario generale Coisp – che chiediamo più attenzione per i commissariati, rafforzandoli con mezzi e poliziotti, e impiegando per servizio di vigilanza serale e notturno almeno due operatori”.
“Esprimo solidarietà all’agente di polizia che ha ucciso, peraltro senza volerlo, il ragazzo che oggi aveva tentato di uccidere la madre a Napoli. Mi auguro e sono certo che la sua iscrizione nell’elenco degli indagati per omicidio colposo sia semplicemente un atto dovuto, giacche la dinamica dell’accaduto scagiona l’agente da qualsiasi addebito”. Così in una nota il vicecapogruppo FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi. “Lo dico nel dolore che viene sempre espresso dinanzi a una morte e nella consapevolezza che l’agente abbia fatto in pieno il suo dovere con senso e spirito di sacrificio”, conclude.
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