Tra assoluzioni confermate e prescrizioni riconosciute, si è concluso senza responsabili il processo in appello per i lavori di riqualificazione dello storico Palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere – vi dimorò Garibaldi nel 1860 – e per quelli relativi al collettore fognario del Comune di Grazzanise.
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Entrambe le opere, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli erano finite, dietro il pagamento di tangenti ad amministratori pubblici (Palazzo Teti), ad aziende riconducibili al clan dei Casalesi, in particolare alle fazioni guidate da Michele Zagaria e dalla famiglia Schiavone.
La Corte d’Appello di Napoli, contrariamente alle richieste di inasprimento di pena rispetto al primo grado avanzate dalla Procura Generale, ha infatti emesso sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Maria Di Muro.
Stesso provvedimento anche per il dirigente comunale Roberto Di Tommaso, il costruttore Guglielmo La Regina, e soprattutto per l’imprenditore Alessandro Zagaria, ritenuto dalla Dda il trait d’union tra il clan dei Casalesi e i colletti bianchi.
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