La Procura di Milano indaga per omesso versamento dell’Iva, tra il 2015 e il 2021, per un ammontare di circa 870 milioni di euro da parte di Meta, la societa’ che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger.
Il fascicolo e’ stato trasmesso ai pm del capoluogo lombardo dai colleghi della Procura europea antifrode (Eppo). La cifra contestata al colosso americano di Mark Zuckerberg e’ stata conteggiata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. La notizia degli accertamenti fiscali e’ stata anticipata da Il Fatto quotidiano, ma trova conferma in ambienti inquirenti milanesi.
La Guardia di Finanza, che ha effettuato gli accertamenti, ha fatto un calcolo ad hoc sulla cosiddetta permuta di beni differenti. In sostanza, l’Iva non versata riguarda l’iscrizione degli utenti sulle diverse piattaforme social.
Iscrizioni che avvengono gratuitamente anche se l’utente in realtà paga una sorta di ‘fee’, ossia mette a disposizione i propri dati personali con tanto di potenziale profilazione. Ed è proprio su questo scambio che Meta può trarre un profitto, il quale, in base a una impostazione giuridica e fiscale, deve essere tassato con l’applicazione dell’Iva.
I pm della Procura Europea Giordano Baggio, Sergio Spadaro e il vice procuratore europeo Danilo Ceccarelli hanno inizialmente avviato una istruttoria amministrativa e si sono spogliati della competenza del caso che ora è stato assegnato a Giovanni Polizzi che fa parte dei sostituti del secondo dipartimento guidato da Tiziana Siciliano.
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