Tre arresti per droga a Piedimonte Matese su esecuzione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per uno e gli arresti domiciliari per altri due.
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In carcere è finito Antonio Zerillo, 37enne di Alife. Ai domiciliari invece finiscono Luciana De Marco, 34enne, e Natalia Ciardiello, 42enne.
L’attività investigativa, avviata nel mese di agosto 2020, ha avuto origine con il rinvenimento in una cassetta postale di 23 involucri in plastica termosaldati contenenti crack, espediente utilizzato dagli indagati per nascondere le sostanze stupefacenti e così eludere eventuali controlli delle forze di polizia.
Le indagini svolte permettevano di individuare gli autori delle condotte e di disvelare la fiorente attività di spaccio di stupefacenti posta in essere dai soggetti sottoposti alla misura coercitiva, operanti principalmente in Piedimonte Matese, Alife ed Alvignano e di acquisire gravi elementi indizianti per documentare le singole cessioni delle sostanze.
Nel corso delle attività sono stati eseguiti sequestri di stupefacente e di somme di denaro provento delle attività di spaccio e sono stati identificati i numerosi acquirenti che si rifornivano di cocaina e crack, corrispondendo somme di denaro di tra 20 e 25 euro per ciascuna dose.
Per alcuni degli acquirenti sono stati acquisiti inconfutabili elementi per contestare cessioni giornaliere ripetute, per oltre 600 episodi di spaccio.
Alcuni di loro effettuavano acquisti con frequenza di due/tre volte alla settimana e la ricostruzione delle condotte illecite ha consentito anche l’emissione di un decreto di sequestro preventivo delle somme di denaro nella disponibilità degli indagati corrispondente al profitto dei reati contestati.
Nel corso della esecuzione delle misure coercitive sono state sequestrate ulteriori dosi di crack e hashish, un bilancino elettronico, materiale per il confezionamento di dosi nonché 390 euro in contanti e carte postali ricaricabili.
Gli arrestati, da ritenere innocenti sino a sentenza di condanna definitiva, sono stati tradotti presso l’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere e presso le rispettive abitazioni al regime degli arresti domiciliari.
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