Castellammare. In arrivo gli avvisi di garanzia, come atto dovuto, per le persone coinvolte nella morte del 51enne Sergio Aiello.
L’uomo è morto due giorni fa nella sua abitazione in via Rispoli, nel centro di Castellammare dopo aver telefonato più volte al 118 chiedendo aiuto. Ma gli operatori dell’ambulanza in due circostanze non hanno trovato il numero civico(la prima volta) e poi il portone chiuso(la seconda volta). Poi quando finalmente arrivano il cuore di Sergio Aiello si era già fermato per sempre.
Al momento l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Marianna Ricci) è aperta contro ignoti ma con la nomina del perito medico che dovrà effettuare l’autopsia che dovrà stabilire le cause della morte arriveranno gli avvisi di garanzia, sempre come atto dovuto affinchè tutte le persone che il magistrato riterrà coinvolte nella vicenda potranno far assistere a propri periti ed avvocati all’esame autoptico.
Da ieri i social stabiesi sono invasi di messaggi di ricordo di Sergio Aiello, 51 anni separato, con un figlio e che da un po di tempo aveva un’altra compagna.
Le indagini sono affidate al commissariato di polizia di Castellammare di Stabia agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino e l’inchiesta dovrà chiarire in particolare quanto raccolto dai familiari della vittima, secondo i quali il personale del 118, una volta arrivato sul posto, non sarebbe riuscito a individuare la casa per l’assenza di un citofono. L’equipaggio del 118 è tornato indietro senza effettuare l’intervento.
Sergio Aiello aveva accusato un malore mercoledì sera chiama al 118 denunciando difficoltà respiratorie e chiedendo di essere trasferito in ospedale.
Ma al loro arrivo a via Rispoli, una ventina di minuti dopo, i soccorritori non trovano la casa e provano a chiamare ad alta voce il nome di Aiello, senza ricevere risposte. A questo punto – sempre stando alla ricostruzione fornita dai familiari della vittima – medici e infermieri sarebbero tornati alla centrale operativa segnalando il mancato intervento.
Ma dalle indagini è merso che il 118 aveva anche un altro numero di telefono: quello della compagna di Aiello, avvertita dall’uomo del suo malore. La donna aveva avvisato una delle sorelle di Sergio in possesso delle chiavi di casa. La sorella va in via Rispoli e trova la porta della casa del fratello aperta.
Particolare non trascurabile questo ai fini dell’inchiesta, perché chi conosce Sergio, ricorda la sua precisione e la sua meticolosità. Ora bisognerà stabilire anche stabilire che il portone fosse aperto- come sostengono i vicini. Sta di fatto che la sorella trova il fratello in bagno con il capo chino. Chiama di nuovo il 118. Questa volta l’ambulanza arriva ma Sergio è già morto.
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