Omaggio del tenore Mark Milhofer con il pianista Marco Scolasta.
Enrico Caruso non fu solo celebre interprete di capolavori immortali della musica. Tra il 1907 e il 1919 il grande tenore fu anche autore di nove canzoni riunite ora nel doppio Cd ‘Enrico Caruso, His Songs composed for him and by him’ in uscita a febbraio con cui il tenore Mark Milhofer e il pianista Marco Scolastra gli rendono omaggio a 150 anni dalla nascita.
L’incisione per l’etichetta Urania Records è frutto di un lungo lavoro di ricerca e studio su autografi, manoscritti, pubblicazioni e incisioni storiche. La registrazione delle canzoni scritte da Caruso e per lui, alcune delle quali in prima assoluta, è avvenuta nella magnifica villa cinquecentesca Bellosguardo a Lastra a Signa, appartenuta al tenore che qui amava riposarsi.
Simbolo dell’italianità e del bel canto, Enrico Caruso (Napoli, 25 febbraio 1873 – 2 agosto 1921) è passato dai palcoscenici della provincia napoletana ai più prestigiosi teatri d’opera del mondo e, con la stessa naturalezza con cui interpreta il Duca di Mantova in Rigoletto, sapeva indossare i panni dello scugnizzo delle canzoni popolari. Ciò che è meno noto è, appunto, che fosse autore di quel piccolo gruppo di canzoni. Caruso a volte scriveva solo la melodia, a volte solo le parole, in un caso (Tiempo antico, del 1912) le scrisse entrambe.
Per l’armonizzazione si affidava poi ai suoi collaboratori (Riccardo Barthelemy, Alfredo Sarmiento, Vincenzo Bellezza). Lo raccontò lui stesso nel 1912 in una intervista al New York Times: “Molte volte, quando sono solo, mi vengono delle piccole idee, ho la quiete che amo, e i miei pensieri vagano da soli. Arriva la piccola musica. Da solo nella quiete la sento. Ah, ma non so scrivere le note! So solo cantarle e suonarle. Non capisco la tecnica della scrittura musicale”.
Per questo motivo spiegò che chiedeva aiuto all’amico parigino Barthelemy o convocava l’altro suo amico Max Van Praag all’albergo Knickerbocker di New York, dove alloggiava quando aveva spettacoli nella Grande Mela. “Canto la canzoncina che mi è venuta da sola nella quiete, e lui la scrive. O forse vado al piano e gliela diteggio – solo il motivo. Non so fare l’orchestrazione, no.
Ma posso fare la melodia, nella quiete che amo”. Insieme con le nove canzoni di Caruso, il doppio cd raccoglie un’ampia selezione di pezzi scritti appositamente per lui da amici (Tosti, Tirindelli, Buzzi-Peccia) e colleghi (il baritono Antonio Pini-Corsi e il direttore d’orchestra Leopoldo Mugnone), ammiratrici (Josephine Uterhart, Natalie Townsend, Mary Helen Brown e Ariadne Holmes Edwards) e persino da Luis Mendoza Lopez, il suo suggeritore quando cantava in Messico. I testi sono in prevalenza in italiano, con brani anche in francese, inglese, spagnolo e napoletano.
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