Dall’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli sugli affari del clan Mazzarella di Napoli emerge chiaramente anche l’interesse crescente dell’organizzazione malavitosa guidata da Ciro Mazzarella nei riguardi del commercio e della distribuzione degli idrocarburi.
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Un business che consente di poter riciclare imponenti somme di denaro frutto di attività illecite. Ma dalle conversazioni emerge anche la volontà di “portare rispetto” ai carcerati.
I militari dell’arma intercettano un summit a casa di Ciro Mazzarella (figlio del capoclan Gennaro, che dopo l’arresto del fratello Francesco, il 12 dicembre 2018, ha assunto la guida dell’organizzazione malavitosa): è il 30 aprile 2019 e a casa di Ciro Mazzarella c’è il ghota: Ciro Mazzarella chiede conto di una estorsione ai D’Amico (rappresentati da Umberto D’Amico, detto “o’ lione”).
L’estorsione riguarda un uomo dei Mazzarella a cui è riconducibile un distributore di benzina del quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Ciro Mazzarella è fortemente contrariato: “…senti, a questa pompa di benzina … non si deve fare niente”.
D’Amico si giustifica però: “…non gli abbiamo cercato niente… gli diamo 50mila euro… ci vuoi far guadagnare su un camion di benzina a settimana? Noi non vogliamo niente… vogliamo solo qualcosa di soldi… noi l’estorsione non la stiamo cercando”.
A questo punto Ciro Mazzarella ribadisce l’ammonimento: “quelli che stanno carcerati si devono rispettare… dobbiamo fare bella figura perché oggi stiamo noi fuori (dal carcere)”.
“I Paesi vesuviani sono diventati nostri”. A parlare è un presunto affiliato al clan Mazzarella, intercettato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nell’ambito dell’indagine della DDA (pm Fratello e Converso).
A quell’uomo, Umberto Luongo, 45 anni, oggi i militari dell’arma hanno notificato una misura cautelare in carcere. Per gli inquirenti il controllo criminale del gruppo camorristico Mazzarella dal quartiere partenopeo di San Giovanni a Teduccio si è esteso verso importanti e popolosi comuni del Vesuviano, appunto, tra Ercolano, Portici, San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano.
Non compare nell’elenco dei distributori di carburante che sono rimasti aperti durante il recente sciopero la “pompa bianca” (stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note) “Red Fuel” di via Cinthia a Fuorigrotta sequestrata oggi dai carabinieri di Napoli nell’ambito di un’operazione anticamorra coordinata dalla DDA.
La circostanza fa ritenere che il presunto distributore della camorra, quindi, abbia anche aderito all’astensione legata all’aumento dei prezzi di benzina e diesel che c’è stato dall’inizio del 2023 e indetta in segno di protesta per difendere la posizione della categoria.
Il provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria riguarda il ramo d’azienda e l’attività di vendita di carburanti prosegue sotto l’amministrazione giudiziaria.
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