Arrivò a Napoli tra il 1503 e il 1532 la splendida Madonna del Pesce di Raffaello, destinata alla Cappella del Doce in San Domenico Maggiore: un’opera che ispirò diverse generazioni di artisti prima di essere rimossa dalla sua sede e trasferita a Madrid intorno alla metà del Seicento.
Dopo 400 anni, per la prima volta, il capolavoro dell’artista di Urbino torna a casa nella mostra “Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale”, in programma al Museo di Capodimonte dal 9 marzo al 25 giugno.
Il viaggio di ‘ritorno’ del celebre quadro è stato possibile grazie alla collaborazione instaurata dal museo partenopeo con il Prado di Madrid, dove oggi il dipinto è conservato e dove l’esposizione ha fatto tappa tra ottobre e gennaio. Rispetto all’evento madrileno, la mostra di Capodimonte spicca per i forti legami con il territorio. Molti degli artisti selezionati dai curatori della mostra Riccardo Naldi e Andrea Zezza hanno impreziosito con i loro capolavori le chiese della città, da San Giovanni a Carbonara al San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale spagnola a Napoli.
La Madonna del Pesce è soltanto una delle opere studiate dagli artisti di stanza in città all’inizio del Cinquecento, che recepirono e rielaborarono le innovazioni di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e degli altri maestri del Rinascimento.
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