Lo scrittore presenta “Punti di Svista”, modera la giornalista Erminia Pellecchia.
“Punti di Svista” il romanzo scritto a quattro mani da Antonio Sepe e Stefania Gimmelli incontra Salerno attraverso l’appuntamento organizzato da Scena Teatro nella sezione libri, lunedì 27 febbraio alle ore 18.00 presso l’Auditorium del Centro Sociale di Salerno- Pastena in via Cantarella. Un appuntamento che vedrà lo scrittore, Sepe interloquire, attraverso la moderazione della giornalista Erminia Pellecchia, con i ragazzi dell’Accademia teatrale diretta da Antonello De Rosa.
Antonio Sepe, laurea in sociologia, appassionato di cultura pop- vintage, è senza ombra alcuna uno dei maggiori esponenti del fumetto, di cui da sempre ne è divoratore culturale. Scrive la sua prima short story nel 2017 nel volume “L’ Altalena”, approdando al mondo del fumetto come co-ideatore del progetto “Timed” per Shockdom e per Noise Press. Viene insignito del titolo di editor sul volume “The Steams Chronicles” uscito a Lucca 2017. Il suo esordio da sceneggiatore è Chronicles Capitan Napoli.
“Punti di Svista” è il suo romanzo di esordio, pubblicato dalla casa editrice “LFA Publisher”, raccoglie i pensieri e le emozioni – i disagi personali ed esistenziali dei protagonisti, Luca e Sofia, coppia che non avendo il coraggio di dirsi le cose ad alta voce, danno vita a conversazioni univoche di riflessioni concrete. Un romanzo scritto di pari intendi con Stefania Gimmelli, una sorta di diario personale che svela il rapporto ormai in crisi della coppia.
Sofia si sente intrappolata nella relazione con Luca, che dopo due anni di convivenza le sembra un’altra persona. D’altronde a lei non piacciono molto i cambiamenti, soprattutto quando si tratta di realizzarli, e per questo continua a crogiolarsi nella propria insoddisfazione; Luca a sua volta non vuole un confronto e, anzi, è così insofferente alle aspettative altrui da isolarsi mentre cerca disperatamente di capire se abbia senso intraprendere una nuova strada, tormentandosi sulle conseguenze e rifugiandosi per quanto possibile nelle sue passioni nerd dal sapore nostalgico.
I protagonisti di “Punti di Svista” non sono ragazzini alle prese con i primi amori o le prime decisioni importanti, ma adulti scontenti del rapporto che hanno con il mondo circostante, con gli altri ma soprattutto con sé stessi. Una condizione che accomuna molti dei nati negli anni 80 e 90, nel pieno di quella fase in cui la società si aspetta siano riusciti a “costruirsi una vita”, un obiettivo oggi sentito perlopiù come un insieme di sacrifici dallo scopo effimero.
La vacuità della relazione che portano avanti e la quotidianità senza stimoli pesano sulla coscienza della coppia, che più di tutto teme la solitudine. Per evitarla, spesso non si riesce a far altro che raccontare bugie, come si può intuire anche dalla frase emblematica tratta dal libro: “Mentiamo, lo sappiamo. È il nostro accordo tacito”.
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