Presentazione del libro venerdì 10 febbraio 2023 – ore 18:00 – al Salotto Letterario Le Zifere (Piazzetta Nilo, 7 – Napoli).
Saluti dell’editore Roberto Nicolucci
A discuterne con l’autrice
Prof. Stefano Causa
Critico d’arte e docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli
Col. a. (ter.) t.ISSMI Giuseppe Stellato
82° Colonnello Comandante della Scuola Militare Nunziatella
Letture di Peppe Lanzetta, drammaturgo, attore e scrittore
A MIA MADRE è il titolo del libro della fotografa napoletana Yvonne De Rosa pubblicato da Roberto Nicolucci Editore che sarà presentato venerdì 10 febbraio alle ore 18 presso il Salotto Letterario Le Zifere, sede della casa editrice di Piazzetta Nilo a Napoli.
Una dedica intima e delicata a tutti coloro che hanno dovuto sostenere il peso della guerra, una narrazione tra immagini e letteratura, delle intense emozioni e del profondo scuotimento di chi, a causa degli eventi bellici, viene strappato alla propria giovinezza.
Dopo i saluti dell’editore Roberto Nicolucci, a discuterne con l’autrice interverranno Stefano Causa, critico d’arte e docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e il Col. a. (ter.) t.ISSMI Giuseppe Stellato, 82° Colonnello Comandante della Scuola Militare Nunziatella. L’evento vedrà la partecipazione straordinaria di Peppe Lanzetta che accompagnerà la presentazione con la lettura di alcuni brani del libro.
A MIA MADRE è un viaggio nella memoria che ascolta le storie di giovani soldati che sono passati tra le suggestive mura della Chiesa della Nunziatella di Napoli, coloro che li aspettavano e le confessioni di chi vi faceva ritorno con il cuore più pesante.
È un metaracconto che narra e raccoglie sensazioni, soffermandosi su ciò che possono aver provato i giovani soldati dopo l’abbandono degli affetti più cari, il combattimento della paura e la perdita della spensieratezza giovanile per diventare, improvvisamente e inevitabilmente, grandi.
A testimonianza di quell’innocenza perduta, il titolo riprende l’ultima parte del libro che è dedicata alla lunga lettera – intitolata “A mia madre” – di un giovane soldato il cui diario – trascritto nella prima parte del libro – lo ritrae spensierato e fiducioso “di fare bene il suo dovere” durante i giorni dell’ addestramento, ma, una volta andato in guerra e catturato dai nemici, ecco che invoca il nome della madre, con la speranza di alleviare il proprio dolore e lenire le proprie ferite: «In ogni avversità, davanti alle più dure fatiche, anche quando mi sembrava di impazzire bastava che pronunziassi il tuo dolce nome perché riuscissi ad assuefarmi al duro destino».
A MIA MADRE rappresenta la testimonianza reale della capacità della fotografa di andare oltre le immagini, per restituire il senso più profondo delle proprie emozioni, per dare significato e valore alla propria creatività, per far riemergere storie che chiedono di essere riportate alla luce. Nella ricerca fotografica di De Rosa il concetto di correlativo oggettivo si riferisce all’utilizzo di elementi visivi che evocano emozioni piuttosto che rappresentare il soggetto in modo oggettivo o da connoisseur. Il suo lavoro si basa sull’utilizzo di colore, luce, composizione e altri elementi visivi che utilizza per creare una connessione emotiva con l’osservatore senza necessariamente fornire una rappresentazione diretta della realtà.
Un desiderio di sincronia, di provare per qualche istante ciò che, custodito da una memoria collettiva, resta senza tempo e che ancora oggi è energicamente presente.
“Le immagini di Yvonne De Rosa sono correlativi oggettivi e le fotografie vernacolari, sono virgole e punti di paragrafi che scrivono un altro racconto. Gli oggetti del soldato, come nel brano Soldier’s Things di Tom Waits, sono pezzi vagabondi di un “uno” andato in frantumi nelle trincee di mille guerre che ancora strappano i figli alle madri. A mia madre è un archivio in cui Yvonne De Rosa, mentre riafferma il valore di verità e memoria, insinua la finzione narrativa. Un archivio che produce impressioni, percezioni non traiettorie e percorsi.” Dalla prefazione all’opera di Simone Azzoni.
Yvonne De Rosa nasce a Napoli. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, si trasferisce a Londra, dove si dedica allo studio della fotografia conseguendo un Post Graduate Degree in Photography alla Central Saint Martins e un Master Degree in Fotogiornalismo al London College of Communication.
Dal 2004 ad oggi ha pubblicato, curato ed esposto i propri lavori in contesti nazionali ed internazionali. Precedenti monografie fotografiche: Crazy God (Damiani Editore, 2008) presentato alla Photographers’ Gallery di Londra e Hidden Identities, Unfinished. (Damiani Editore, 2013) esposto al Victoria&Albert Museum of Childhood di Londra.
Nel 2015 fonda, a Napoli, l’associazione Magazzini Fotografici di cui è tutt’oggi direttrice artistica.
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