Un Museo diffuso per raccontare, conservare e valorizzare il patrimonio statuario di Oplontis.
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Emozioni che prendono corpo alla Villa di Poppea, attraverso la ricollocazione di statue e reperti originari, mai prima esposti nel sito. Un progetto di Museo diffuso permanente che consente di raccontare, conservare e valorizzare lโeccezionale patrimonio statuario di Oplontis.
Precedentemente in mostra presso il Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata, e in parte provenienti dai depositi del Parco archeologico di Pompei, le opere sono state riposizionate in alcuni ambienti della villa, regalando un imprevisto colpo dโocchio nel delicato contrasto tra il marmo delle statue, le linee eleganti dei bassorilievi e dei busti, e gli affreschi delle stanze che risaltano dei loro vivaci colori. Non si tratta solo della proposta di un nuovo percorso visita, con inediti scorci, ma di un invito al sentire, a lasciarsi sorprendere dallโimpressione che la vista di tanta bellezza solleva.
15 i reperti ricollocati, che un tempo adornavano la maestosa Villa, tra i quali un grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi, ad aprire il percorso e grandi statue. La Nike, lโArtemide e lโEfebo, e poi il busto di Eracle, il bambino con lโoca, e ancora una testa di Afrodite e ritratti di bambini. A questi reperti giร posizionati si aggiungeranno i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito, al termine della mostra โArte e sensualitร nelle case di Pompeiโ presso la palestra grande di Pompei, dove sono attualmente esposti.
โRiportare questi reperti nel luogo originario di provenienza รจ stata unโoperazione di tutela finalizzata a garantirne unโadeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative – dichiara il Direttore Gabriel Zuchtriegel – Ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa in quanto lโesposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto realeโ.
Lโitinerario ha inizio con il grande cratere a calice che fungeva da fontana da giardino, oggi esposto nel grande salone di rappresentanza colonnato. Raffigurati in bassorilievo i gruppi di guerrieri di Pirro, disposti in coppia. Ognuno batte lo scudo con il braccio sinistro e tiene la spada con il destro. Un terzo uomo danza a destra. I guerrieri danzano in punta di piedi con le gambe incrociate e i corpi allungati.
Non di minore impatto รจ la Nike, la donna alata, con il leggero piede nudo, che emerge dalla veste sollevata, teso verso il suolo nell’atto di atterrare, e collocata in uno degli ambienti che affacciano sulla piscina. E ancora lโArtemide, la dea, rappresentata in piena falcata, con il peso del corpo che poggia sulla gamba sinistra, e la destra sollevata. Particolare anche la scultura del bambino che gioca con lโoca. Gruppi di fontane con ragazzi che tengono in mano un uccello acquatico erano molto popolari nella scultura da giardino. Nella maggior parte dei casi il ragazzo era visto come Eros.
La Villa di Poppea (nota anche come Villa A per distinguerla dalla villa B rinvenuta poco lontano) era una delle piรน importanti ville dโotium della costa del Golfo di Napoli.
Per la grandiositร dellโimpianto e la ricchezza degli apparati decorativi la villa A, nella quale รจ stata rinvenuta unโanfora in cui รจ menzionato il nome di Poppea, รจ attribuita alla seconda moglie di Nerone. Al pari delle lussuose ville di Stabia, presentava un accesso principale orientato verso la campagna retrostante, sviluppandosi poi in una ricca ed articolata distribuzione di sale di soggiorno e giardini aperti sul golfo e le sue bellezze paesaggistiche.
I colonnati dellโaffaccio sud, i giardini e le terrazze, visti dal mare, costituivano parte integrante del panorama con il Vesuvio, la campagna circostante, le colline boscose e ricoperte di vigneti. Attorno alla metร del I secolo d.C. il complesso si ampliรฒ con lโaggiunta dellโenorme piscina, 61×17 metri, lungo la quale si disposero le stanze da pranzo, il soggiorno, gli alloggi per gli ospiti e dei piccoli giardini dโinverno. La villa aveva inglobato anche i resti di un piรน antico complesso produttivo, posti a sud del quartiere della piscina, di cui รจ stato possibile indagare solo lโambiente del torchio.
Attorno alla piscina, nella ricca vegetazione, era collocata parte delle sculture che decoravano il lussuoso edificio.
Tra le molte ville vesuviane questa รจ lโunica che offre la possibilitร di ricostruire, sulla base degli scavi archeologici, la composizione dei giardini interni, luoghi di riposo e meditazione, che rivestivano una grande importanza nella vita dellโaristocrazia romana.
Studi paleobotanici, inoltre, hanno consentito di ricostruire la vegetazione originaria in essi presente: siepi di bosso, oleandri, limoni, platani, olivi, cipressi, edere rampicanti e rose erano disposti a complemento della decorazione scultorea e architettonica.
Al momento dellโeruzione lโedificio doveva essere in gran parte disabitato a causa di lavori incorso, forse avviati in occasione di un passaggio di proprietร , che comportarono la rimozione di molti elementi architettonici e decorativi.
Allโinterno delle azioni di miglioramento dei livelli di accessibilitร della villa di Poppea, oltre allโinserimento di un nuovo percorso in LIS, nel mese di gennaio si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza e sistemazione della rampa di ingresso. Questโultimo intervento consentirร anche alle persone con disabilitร di accedere alla villa dal lato piscina e riconnettersi al percorso fruito da tutti i visitatori.
Progetto e realizzazione allestimento a cura di:
arch. Arianna Spinosa Responsabile Unico del Procedimento
dott. Giuseppe Scarpati Progettista archeologo
dott.ssa Raffaella Guarino Progettista restauratore
dott.ssa Silvia Bertesago Responsabile Ufficio Mostre
dott.ssa Tiziana Rocco Supporto Ufficio Mostre
arch. Maria Pia Amore Supporto progetto allestimento
arch. Vincenzo De Luce Progetto allestimento
Operatori: Montenovi srl, Caditec srl
Articolo pubblicato il giorno 16 Gennaio 2023 - 13:12