Un atto dimostrativo, un’azione di forza dei clan in una zona ad alta tensione per la faida tra cosche scoppiata per la spartizione degli affari illeciti.
Questo e’ il retroscena principale sul quale stanno lavorando gli investigatori dopo la sparatoria di sabato notte nella zona della movida di Chiaia, a Napoli. Sono stati repertati tre bossoli che sono stati esplosi a due passi dal liceo Umberto I. Quando e’ arrivata la segnalazione alla polizia, in strada c’erano centinaia di ragazzi che affollavano i locali della zona.
Gli agenti, arrivati sul posto e hanno trovato a terra i bossoli esplosi da una pistola a salve. Sono state poi le immagini riprese dai cellulari di alcuni giovani a svelare quanto accaduto.
In sella a due scooter, a volto scoperto e senza casco, alcuni giovani hanno attraversato a tutta velocita’ la strada che porta all’istituto scolastico piu’ noto della citta’. Uno di loro aveva in mano una pistola e ha esploso tre colpi in aria.
“Gli episodi accaduti sabato sera in Via Cuoco – ha scritto in una lettera indirizzata a tutte le massime autorità cittadine la presidente della prima Municipalità, Giovanna Mazzone – sono solo la punta dell’iceberg di una movida che tende ad essere sempre più violenta e fuori controllo, così come più volte da me denunciato.
Sento e leggo spesso sui giornali la frase è impossibile impedire alle persone di incontrarsi ed assembrarsi liberamente. Allora, se questo è impossibile, chi si occupa di garantire la sicurezza dei cittadini deve trovare le sinergie giuste per controllare centinaia di persone, di età ed esigenze di divertimento diverse che provengono da tutta Napoli e provincia, che si trovano nei fine settimana e alla stessa ora nelle stesse strade, strette e quasi tutte senza via di fuga.
Fortunatamente l’episodio accaduto non ha creato una strage che si sarebbe potuta verificare nel fuggi fuggi generale. Tra i quartieri di san Ferdinando e Chiaia la situazione ormai risulta essere ingestibile, tra piazze di spaccio, vendita di alcol, a minori, parcheggiatori abusivi, venditori ambulanti di merce contraffatta, sosta selvaggia, il salotto buono di Napoli è diventato l’istantanea di una città insicura.
Il diritto di assembrarsi per strada non può e non deve negare il diritto degli abitanti di poter uscire e rientrare a casa propria, non deve e non può negare il diritto al riposo, non deve e non può negare il diritto ai mezzi di soccorso di poter affrontare un’emergenza.
Si parla di delocalizzazione della movida, ma non è questa la soluzione, non è la movida il capro espiatorio di tutti i mali: è il controllo effettuato che non basta. Ormai siamo arrivati a un punto di non ritorno, servono azioni importanti, concrete che riportino l’ordine pubblico, che permettano si al divertimento, ma in sicurezza, la sicurezza che tutti auspicano e che a gran voce richiediamo.
Ormai le rassicurazioni a poco bastano, abbiamo bisogno di fatti e siamo pronti a scendere in piazza a manifestare quanto prima quanto prima per richiedere ciò che ci spetta di diritto”.
Caterina Rodinò: “Assenza di controlli”
“Il problema vero è che ormai non ci stupiamo più – afferma Caterina Rodinò del Comitato
Chiaia Viva e Vivibile – Episodi di questo tipo stanno diventando troppo frequenti e maturano su uno sfondo fatto di assenza di controlli e legalità allo stato puro.
Quello che è successo sabato è una conseguenza diretta delle criticità che siamo soliti segnalare: movida violenta, decibel selvaggi, carenza di controlli in numerosi locali. mancato rispetto delle regole, la miopia delle istituzioni persino sulle attività volte a garantire il rispetto, da parte degli avventori dei locali, del codice della strada.
Anni fa era fonte di vanto vivere in un quartiere come Chiaia, anche per questioni di logistica. Purtroppo non è più così”.
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