Sorrento. “Il Pnrr pone un tema centrale: non abbiamo problemi di risorse economiche, abbiamo problemi di risorse umane. Non abbiamo abbastanza tecnici e amministrativi per tradurre concretamente i nostri progetti. Molto spesso ci troviamo in difficoltà”. Lo ha detto il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, introducendo i lavori della seconda edizione degli Stati generali del turismo che si è tenuta nella cittadina costiera oggi pomeriggio. All’incontro hanno partecipato il Ministro del turismo Daniela Santanchè e il vice presidente della Regioe Campania Fulvio Buonavitacola.
“Il Sud oggi ha bisogno delle istituzioni, ha bisogno del Governo”. Ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, nel suo intervento agli Stati generali del turismo, organizzati dal Comune di Sorrento.
“L’Italia nel turismo può tornare a essere leader se si occupa del Sud – aggiunge – e visto che abbiamo l’opportunità dei fondi del Pnrr, che per l’80% devono essere spesi al Sud, non possiamo sprecarla. I soldi ci sono”. Tutto è legato alla progettualità, sottolinea il ministro, ricordando che le procedure del Pnrr “sono molto complicate. I Comuni, soprattutto quelli piccoli, non hanno a disposizione risorse e competenze per poter accedere ai progetti, quindi questo è il primo sforzo che dobbiamo fare”. Poi c’è la “mentalità” dei player che devono investire. “Sono arrivata a Napoli con il Frecciarossa – argomenta Santanchè – e credo che l’Alta velocità sia un orgoglio italiano. Poi sono scesa alla stazione e sono salita in macchina per venire a Sorrento e mi sono sentita male come italiana, perchè non è possibile che ci sia una strada in quelle condizioni per arrivare a Sorrento. Se non partiamo dalle infrastrutture, dove vogliamo andare?”. Se non si parte da qui, rimarca, “ci possiamo mettere tutto l’impegno del mondo, ma infrastrutture e trasporti sono due pilastri essenziali per i flussi turistici”.
Per Santanchè “il 2023 sarà l’anno della svolta, dove recupereremo ancora quel gap che ci manca e lo miglioreremo. Tutte le strutture stanno lavorando bene, però il lavoro da fare è tanto, perché ad esempio c’è la formazione che in questo settore è deficitaria, quindi bisogna investire in formazione, in infrastrutture, bisogna investire in destagionalizzazione. Oggi siamo a gennaio e a Sorrento c’è un clima meraviglioso, in questa zona molti turisti stranieri vengono dal nord Europa, dobbiamo destagionalizzare”.
Il ministro si è rammaricata per l’assenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (al suo posto era presente il vice Fulvio Bonavitacola). “Non riesco mai a incontrare il presidente della Regione – ha esordito al suo arrivo – mi avrebbe fatto piacere, ma ogni volta succede qualcosa. Anche a Ischia me lo davano presente e anche oggi. Queste sono occasioni importanti per fare sistema tra le istituzioni: sindaco, ministro, governo, Regione. Capisco che ha molte cose da fare, ma anche il ministro della Repubblica ne ha da fare. Faccio appello – ha proseguito Santanchè – al presidente della Regione perché possiamo vederci, perché nessuno deve avere la presunzione di essere più bravo e più capace. Nella vita – come nell’amore o nella scuola, non si vince da soli. Tantomeno – ha concluso la ministra – si vince da soli in politica, di qui il mio appello a fare squadra”.
“Io lavoro perché il turismo sia la prima industria in Italia. E’ una grande sfida, e mi comporto come se il turismo fosse un’industria. Infatti a breve presenterò il primo piano industriale del turismo, perché tutti si sono riempiti la bocca del turismo negli ultimi 30 anni, però il lavoro che ci è rimasto da fare è tantissimo”. Ha detto Daniela Santanchè intervenendo alla seconda edizione degli Stati Generali del turismo della Penisola Sorrentina. “E’ una grande opportunità – ha sottolineato la ministra – ma lo dico soprattutto anche in termini di occupazione per i nostri giovani. Siccome il turismo è servizi, non possiamo essere sostituiti da macchine, quindi c’è bisogno di donne e uomini ed è per questo che dico che bisogna investire moltissimo nella formazione. Ma dico anche ai giovani che la loro vera speranza è in questo settore. Una volta se 30 anni fa fosse venuto a casa nostro figlio e avesse detto che voleva fare il cuoco non so se saremmo stati contenti. Oggi non si chiama più cuoco ma chef e sono delle star, degli ambasciatori del made in Italy nel mondo. Noi dobbiamo fare questo lavoro, perché lavorare nel turismo non è solo gratificante e bello ma dà anche ai giovani la possibilità di girare il mondo. Quello che manca in Italia – ha concluso – è la formazione, una scuola superiore di turismo”.
Foto servizio di Alessandro Memoli
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