“Ho sempre operato nella legalità e nella trasparenza. Sono sereno e chiarirò la mia posizione nelle sedi competenti”. Così Costantino Giordano, il sindaco di Monteforte Irpino, comune di oltre dieci mila abitanti alle porte di Avellino, commenta la sua iscrizione nel registro degli indagati per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini della Dda fanno riferimento all’acquisto di un noto ristorante di Monteforte Irpino finito all’asta e aggiudicato dalla società, composta da altri due soci, di cui Giordano deteneva una quota del 33 per cento. Secondo gli inquirenti, Giordano si sarebbe rivolto ad uno dei capi storici del Nuovo clan partenio, Nicola Galdieri, per impedire ad altri concorrenti di aggiudicarsi l’immobile.
Nel corso del processo in corso al clan camorristico, nel frattempo decapitato dagli arresti, una imputata, Livia Forte, ha dichiarato di aver ricevuto esplicite pressioni a rinunciare all’incanto da Galdieri e Giordano. Un altro teste, non indagato, marito di una socia di Giordano, ha invece reso noto, in sede processuale, il pagamento, fortemente voluto dal sindaco, di settanta mila euro in contanti al capo clan per il suo intervento. Giordano, eletto nel 2016 e riconfermato sindaco nel 2021, fino a poche settimane fa ha ricoperto l’incarico di vice presidente della Provincia di Avellino.
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