Ancora un grave fatto violento all’interno delle carceri campane, e in maniera particolare nella struttura detentiva di Secondigliano, che avrebbe avuto conseguenze peggiori se l’intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria non fosse stato tempestivo.
La denuncia è di Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), che ricostruisce quel che è avvenuto oggi: “Un detenuto del circuito Alta sicurezza – spiega – attualmente ristretto nel reparto accettazione, ha incendiato la cella dove era ubicato.
Alcune unità di Polizia Penitenziaria sono prontamente intervenute per spegnere l’incendio e portare fuori dalla cella l’uomo e gli altri detenuti, visto che si era già propagato del denso fumo nero. I detenuti sono stati precauzionalmente trasferiti nei cortili passeggi. Al termine, alcuni poliziotti sono ricorsi alle cure dei sanitari per intossicazione”.
Poco dopo, un altro detenuto, di nazionalità polacca e con problemi psichiatrici, ha distrutto ed incendiato anch’egli la sua cella al Reparto Sai (Servizio di assistenza intensificato che assicura assistenza sanitaria a detenuti. Anch’egli è stato salvato dal provvidenziale intervento degli agenti, evidenzia il Sappe.
Il segretario generale del Sappe Donato Capece esprime “solidarietà ai poliziotti di Secondigliano. Urgono interventi concreti da parte dell’Amministrazione Penitenziaria regionale a tutela del personale che lavora nelle carceri italiane, della Campania e in particolare a Secondigliano”.
Da qui l’appello del Sappe al ministero della Giustizia per solleciti interventi per il reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Secondigliano.
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