“La drammatica vicenda della 64enne salernitana deceduta dopo aver contratto una polmonite da legionella in seguito ad un intervento chirurgico a cui si era sottoposta in una clinica della provincia di Arezzo, ripropone ancora una volta, l’endemico problema della migrazione di pazienti campani verso le strutture sanitarie, soprattutto private, del centro e del nord del paese.
Migrazione, spesso dettata, dalla errata convinzione che altrove la sanità funzioni meglio e dia migliori garanzie nel sottoporsi ad operazioni e cure”. Lo sottolinea, in una nota, Paola Raia, consigliere regionale della Campania Gruppo De Luca Presidente e Vicepresidente Commissione Sanità.
“La sanità della nostra regione, soprattutto negli ultimi anni, non solo ha visto il risanamento dei conti, nonostante la forte penalizzazione subita dal riparto del Fondo sanitario nazionale, lasciandoci alle spalle la stagione del commissariamento.
Ma può contare su standard di efficienza, di qualità e di sicurezza delle strutture, di cure ed interventi, tra i migliori in Italia, con diversi centri di eccellenza di fama internazionale, tanto che si assiste ora, anche a forme di immigrazione inversa, ovvero di persone che da altre regioni vengono a curarsi qui.
La stessa Corte dei Conti ha sottolineato nella sua Relazione della gestione finanziaria dei servizi sanitari regionale trasmessa al Parlamento, come nel decennio 2012-2020 siano state proprio le regioni meridionali in generale a migliorare i conti e la qualità assistenziale, nonostante le poche risorse finanziarie disponibili.
In particolare, si evince che riguardo all’esercizio 2020, il gruppo di regioni del mezzogiorno in piano di rientro abbia ridotto il disavanzo del 59% rispetto al 2019. Ma la Corte ha anche evidenziato come la mobilità passiva incida sulla sanità regionale del sud.
Nel 2021, infatti, dopo la pausa legata alla pandemia e alle relative difficoltà di mobilità, è nuovamente cresciuto il volume di risorse per pagamenti di prestazioni rese fuori regione. “Cospicue finanze dunque, che vanno ulteriormente ad arricchire la sanità delle regioni del centro e soprattutto del nord a discapito delle nostre. Il che naturalmente vede anche un certo interesse nell’incentivare questa forma di mobilità sanitaria”, conclude.
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