Per quelli cresciuti a pane, Steven Spielberg e Chris Carter, il tema degli UFO ha sempre avuto un fascino particolare, spinto dal proliferare di contenuti popolari che tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’90 hanno contribuito a renderlo centrale nell’immaginario sci-fi cinematografico e televisivo.
Parallelamente, il sottobosco di teorie del complotto nate intorno alla questione degli “Unidentified Flying Object” ha reso l’argomento sempre più spinoso e controverso, fino a relegarlo, in epoca contemporanea, ai margini del dibattito pubblico e politico.
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Dal cappellino di stagnola alle sale del Congresso degli Stati Uniti d’America il passo è però molto, molto breve.
Negli ultimi anni, gli oggetti volanti non identificati sono tornati alla ribalta come non succedeva dai tempi di Roswell (l’8 luglio 2022 si sono celebrati i 75 anni dal famoso “incidente”), rilanciati da una serie di bizzarri avvenimenti e da un cambio di nomenclatura che ha avuto un ruolo più che centrale: i vecchi e inflazionati UFO hanno lasciato il posto ai rinnovati UAP, acronimo che sta per “Unidentified Aerial Phenomena” e che ha assunto una doppia, importantissima funzione.
Da una parte la nuova sigla è servita ad allargare la fenomenologia di eventi che rientrano nella casistica di studio. Dall’altra, lo stigma che si era venuto a creare intorno alla dicitura UFO era diventato talmente pressante, soprattutto negli ambienti militari statunitensi, da costringere piloti e operatori radar al silenzio pur di non rischiare lo scherno dei colleghi o addirittura il licenziamento in tronco.
Il reset ha portato a un proliferare di nuove segnalazioni e all’interessamento delle più alte istituzioni americane, in particolare dopo la pubblicazione di un clamoroso articolo del New York Times datato 2017 e ad una serie di filmati che la Difesa statunitense confermò come autentici.
La nuova storia degli avvistamenti inizia però molto prima e coinvolge senatori, agenti speciali, lobbisti senza scrupoli e persino un componente dei Blink 182. Nelle prossime righe cercheremo di ricostruirne i momenti salienti, districandoci tra assurdi programmi segreti, report militari e fatti scientifici. Prima, però, una preghiera collettiva: che Fox Mulder ci guidi sul sentiero della scoperta aiutandoci a mantenere la mente elastica e che Dana Scully vegli sulla nostra parte razionale richiamandoci ai principi della scienza.
La verità, ancora una volta, è la fuori.
L’unico modo per raccontare questa vicenda è quello di procedere in ordine cronologico, seguendo la scia di eventi che ha riportato alla ribalta il tema dei fenomeni aerei non identificati. Iniziamo dal principio: il 16 dicembre del 2017 due illustri testate americane come il New York Times e Politico rilanciarono un articolo, già pubblicato nell’ottobre dello stesso anno da Huffington Post, firmato dall’ufologa Leslie Kean e ripreso dal celebre giornalista Ralph Blumenthal, che svelò al mondo intero l’esistenza di un programma segreto istituito dal Pentagono nel 2007 e fortemente voluto dal senatore Harry Reid.
Il programma, finanziato con 22 milioni di dollari, prende il nome di AATIP, acronimo di “Advance Aerospace Threat Identification Program“, e il timone venne assegnato inizialmente ad un personaggio misterioso, seguito poi dal veterano dell’intelligence Luis Elizondo con la partecipazione attiva della celebre BAASS, azienda fondata dal miliardario e noto ricercatore di UFO Robert Bigelow.
Del team fanno parte anche Half Puthoff, ex membro di Scientology che negli anni ’70 ha collaborato con la CIA al programma “Stargate” dedicato alla creazione di spie psichiche e una serie di altri personaggi rimasti ignoti.
Ufficialmente il programma rimase attivo fino al 2012, anno in cui il Pentagono decise di chiudere la baracca e di dedicare i fondi a problemi giudicati prioritari.
Tuttavia, Luis Elizondo affermò di aver proseguito con il progetto fino al 2017, anno in cui, in aperta polemica con i vertici del Pentagono accusati di non prendere i problemi rilevati seriamente, decise di dare le dimissioni.
Nello stesso anno Elizondo venne presentato al grande pubblico da Tom DeLonge, famoso frontman della band Blink 182, insieme alla nuova associazione “To The Stars… Accademy of Arts & Sciences” che si occupa di intrattenimento, arte e, appunto, cultura ufologica.
Durante l’evento di lancio della neonata associazione, fecero capolino nuovi personaggi come l’ex ufficiale del Dipartimento della Difesa Chris Mellon, anch’egli convinto sostenitore della causa, nonché figura chiave dell’ambiente ufologico americano.
L’articolo del NYT non si fermò a questo ma portò alla luce l’esistenza di tre clamorosi filmati, “rubati” dallo stesso Elizondo, che mostrano quelli che a tutti gli effetti sembrano oggetti volanti di origine ignota, dotati di proprietà tecnologicamente ai limiti della fantascienza e capaci di sfidare le leggi della fisica conosciute dal genere umano.
I tre video generarono immediatamente l’interesse della stampa, catalizzando l’attenzione dei comuni cittadini e soprattutto della politica, tanto da portare la Difesa statunitense a una storica e clamorosa ammissione: i contenuti erano autentici, provenivano da fonti (e soprattutto da strumenti) militari e mostravano oggetti fisici di provenienza sconosciuta.
L’effetto domino era ormai inevitabile. Dalle pagine delle principali testate mondiali alle sale del Congresso il passo fu breve: il tema degli UAP si trasformò da materia per complottisti a un problema di sicurezza nazionale.
I “fenomeni” catturati in video risalivano al 2014/2015 e furono ripresi utilizzando la strumentazione di bordo, durante le esercitazioni militari della portaerei Nimitz al largo delle coste della California, dai piloti di caccia F/A-18 Super Hornet, uomini e donne addestrati per operare negli scenari di guerra più caldi.
“FLIR1“, “GIMBAL” e “GOFAST“: questi i nomi in codice assegnati ai filmati, che mostravano oggetti volanti descritti come “Tic-Tac” giganti, privi di qualsiasi struttura alare o segni distintivi e senza alcun apparente sistema di propulsione e scarico.
A raccontare gli apparenti incontri ravvicinati del terzo tipo sono stati in particolare l’ex generale della marina David Fravor, l’ex tenente (nonché copilota di Fravor) Alex Dietrich e l’ex pilota di caccia Ryan Graves, protagonisti degli inseguimenti e dei relativi filmati: stando alle tante interviste rilasciate dai militari in questione, gli oggetti sarebbero capaci di superare agilmente e di diversi ordini la velocità del suono, anche controvento e soprattutto mettendo in atto cambi di direzione istantanei che disintegrerebbero qualsiasi veicolo umano conosciuto a causa della tremenda forza G causata dalle manovre.
I piloti riportano inoltre un comportamento “intelligente”: le manovre degli oggetti sembrerebbero rispondere direttamente a quelle dei caccia, in certi casi prevedendone persino le mosse, tanto da portare gli stessi militari a parlare apertamente di un “atteggiamento di sfida“.
Da sottolineare, poi, è la natura trans-mediale di questi fenomeni: gli oggetti sarebbero capaci di operare in aria, in acqua e persino in assenza di gravità senza alcun limite di sorta.
Stando agli operatori della marina, oltre ai già citati video, sarebbero stati raccolti dati provenienti da diverse fonti tecnologiche a partire dai radar, fino ad arrivare alle immagini satellitari (informazione poi confermata anche dai vertici). Per motivi di sicurezza nazionale non tutti i dati sono stati de-secretati e resi disponibili al pubblico.
Sulla scia di quanto appena riportato, il 17 maggio del 2022 il Congresso degli Stati Uniti ha indetto la prima audizione sul tema degli UFO dal lontano 1969, anno in cui il celebre Project Blue Book (che ha ispirato X-Files) guidato dall’ancora più celebre astrofisico Josef Allen Hynek (ispiratore e consulente del kolossal Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo) rese le sue conclusioni di fronte alle istituzioni politiche americane.
Nel corso della nuova audizione, i membri della United States House Intelligence Subcommitee on Counterterrorism, Counteintelligence and Counterproliferation hanno interrogato i vertici della difesa, portando a testimoniare il Direttore della Naval Intelligence Scott Bray: il responsabile ha descritto i casi che hanno trovato una spiegazione razionale, facendo riferimento a fenomeni naturali o di origine umana.
Bray, tuttavia, ha mostrato anche alcuni nuovi interessanti filmati relativi agli UAP, confermando l’esistenza di fenomeni apparentemente inspiegabili, di natura fisica e che richiedono un’analisi scientifica più profonda, ammettendo infine che i tanto vituperati UFO sarebbero a tutti gli effetti un problema per la sicurezza nazionale.
L’audizione del 2022 ha portato alla nascita di organismi istituzionali per lo studio degli UAP. Da una parte il Pentagono ha istituito una nuova task force con il compito di indagare il fenomeno, dall’altra il Dipartimento della Difesa (DoD) ha creato l’All-Domain Anomaly Resolution Office (AARO) affidandolo al dottor Sean M. Kirkpatrick, autorità nel campo dell’intelligence spaziale, con l’obbiettivo di raccogliere, catalogare e studiare le segnalazioni relative ai cari e vecchi UFO.
Il 13 gennaio 2023 i due enti hanno pubblicato il primo report ufficiale sotto l’egida del Director of National Intelligence (DNI): il generale Pat Ryder, addetto stampa del Pentagono, ha riassunto il contenuto (della parte declassificata) del rapporto, mostrando preoccupazione per la sicurezza nazionale e ribadendo la massima attenzione prestata dai vertici militari sulla questione.
Il rapporto descrive un aumento sostanziale delle segnalazioni e fornisce una classificazione dei 366 avvistamenti presi in esame. Più della metà dei casi è stato temporaneamente classificato con “caratteristiche irrilevanti“: in particolare 26 derivano da droni o “dispositivi simili a droni“, 163 da palloni areostatici o “simili“, 6 da uccelli, sacchetti di plastica o altri detriti e fenomeni metereologici.
Le restanti 171 segnalazioni non hanno ricevuto alcuna attribuzione ed alcune di queste riporterebbero “caratteristiche di volo o capacità insolite e che richiedono ulteriore analisi“. Il generale ha poi sottolineato che “molti avvistamenti mancano di dati dettagliati per consentire un’attribuzione di UAP con elevata certezza“.
Sostanzialmente, il resoconto non ha avanzato nuove e importanti rivelazioni, pur confermando ancora una volta l’esistenza del fenomeno.
L’anno in corso si prospetta elettrizzante, soprattutto sul versante della ricerca meramente scientifica: nel 2022, infatti, anche l’ente spaziale per antonomasia, ovvero la NASA, ha mostrato (finalmente) il suo interesse nei confronti degli ormai ex UFO, creando un panel indipendente per la valutazione degli avvistamenti, composto da scienziati provenienti dai più disparati campi, dall’astrofisica al data science, che pubblicherà le sue prime “conclusioni” proprio nel 2023.
Il crescente interesse nei confronti del fenomeno ufologico e le timide (ma importantissime) ammissioni dei vertici militari ha portato a un grande risultato: per la prima volta nella storia le istituzioni, in particolare quelle scientifiche, sembrano genuinamente interessate a un’indagine approfondita. Illustri scienziati come Avi Loeb, Garry Nolan, Michio Kaku e tanti altri sono “usciti allo scoperto” annunciando progetti volti a raccogliere il maggior numero di dati possibile, per la gioia di ricercatori storici come il celebre ufologo francese Jacques Vallèe.
I tanti passi avanti per abbattere lo “stigma” vengono però parallelamente ostacolati dal proliferare dei tanti ciarlatani e invasati che spopolano sul web e sulle TV: un prodotto naturale della società moderna, specie relativamente a un tema così delicato, che rischia però di adombrare la sincera ricerca scientifica.
Dal 2017 ad oggi sono letteralmente decuplicate le serie e i documentari volti a cogliere solo l’aspetto più sensazionalistico del fenomeno UAP.
Sul fronte opposto, lo sforzo messo in campo dai giornalisti, dai de-bunker e dalla scienza stessa ha portato alla luce vere e proprie messe in scena.
Lo stesso programma AATIP è stato messo sotto la lente d’ingrandimento e sono state messe in evidenza alcune storture piuttosto imbarazzanti: il programma avrebbe allargato il campo di indagine ai fenomeni paranormali più disparati e in alcuni casi assurdi. Fantasmi, vampiri, “giganteschi uomini lupo“, dimensioni parallele, anomalie di ogni ordine e grado che trovano spesso un comune denominatore nel famoso Skinwalker Ranch, una proprietà nel bel mezzo dello Utah che sembra uscire da un racconto horror.
L’opinione pubblica, soprattutto americana, si è interrogata spesso sull’opportunità di destinare fondi pubblici a questo tipo di ricerche, che nella quasi totalità dei casi non ha fatto registrare un solo dato utile né tantomeno ha contribuito a consolidare la sicurezza nazionale.
In conclusione, un campo di ricerca sensibile come quello degli UFO, o degli UAP che dir si voglia, offre il fianco congetture di ogni tipo. L’indagine scientifica trova, invece, la sua massima espressione nell’equilibrio tra fantasia e razionalità: anche l’ipotesi più assurda può essere convalidata se trova conferma nei dati.
Il clamore suscitato dalle ammissioni dei vertici politici e militari della prima potenza mondiale ha dato il via a un processo di ricerca virtuoso che si sviluppa su più fronti e che nei prossimi anni potrebbe aprire le porte a nuove scoperte. Nel corso dell’articolo abbiamo volutamente evitato termini come “extraterrestre“, “alieno” o “esseri ultra-dimensionali“: mai come in questo caso, infatti, il percorso verso la scoperta si prospetta più intrigante delle conclusioni.
Fonte: https://tech.everyeye.it
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