Napoli. Attendono ancora una sistemazione definitiva da parte di comune, Asl Napoli 1 e Curia le 21 famiglie di sfollati degli Incurabili.
Per chi avesse dimenticato, si tratta delle 21 famiglie che il 6 aprile del 2019 furono mandate via in 60 minuti dal lotto abitativo del complesso degli Incurabili, spedite in alberghi a ora di S. Anastasia e Villaricca Due, e private dell’ospitalità (seppur indecorosa e indecente) dopo 50 giorni.
Gli sfollati si rivolsero alla Curia di Napoli che non diede e non garantì supporto alcuno. Verdoliva non si è mai chiesto in questi anni come stanno le famiglie sfrattate ad horas nonostante lui lavori per garantire salute e sa benissimo che senza il tetto sicuro, come dice l’OMS, non vi può essere salute ma solo malattia (negli ultimi 4 anni sono morti 5 sfollati e altri si sono ammalati).
Il sindaco Manfredi nel 2019 non era al comando del comune, ma è giusto che sappia che il direttore generale è lo stesso che è sempre stato miope nei riguardi degli sfollati degli Incurabili. Anche l’arcivescovo ha preso possesso dell’Arcidiocesi solo nel 2021, ma i suoi pari che l’hanno preceduto non sono venuti in aiuto agli sfollati.
Le famiglie cacciate dall’ASL Napoli 1 attendono da 4 anni un tetto, un ritorno nelle loro case e vorrebbero anche la stessa attenzione nei loro confronti che le autorità ci mettono in tema di senza tetto, povertà e immigrazione.
Le famiglie hanno provveduto a prendere in affitto degli appartamenti. Chi non ha la possibilità di pagare canoni esosi, è stato costretto a ritornare nelle case di genitori o parenti. Alcune famiglie hanno dovuto lasciare gli immobili presi in affitto a causa delle difficoltà economiche. I pigioni delle abitazioni del lotto abitativo del complesso degli Incurabili erano decisamente più contenuti. Lo sfratto ad horas ha colpito maggiormente i nuclei con un reddito basso e che sono stati travolti dal caro affitti di Napoli centro storico.
Eppure il 23 dicembre 2022 nella Curia di Napoli le politiche sociali di Napoli hanno assistito ad un protocollo di civiltà, di uguaglianza e di solidarietà. È stato firmato un protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli, la Diocesi di Napoli e l’Asl Napoli 1 centro per migliorare le condizioni di vita delle persone che non hanno una dimora fissa e l’emergenza povertà.
Il protocollo è stato proposto dall’assessorato alle politiche sociali e sottoscritto dall’arcivescovo Mimmo Battaglia, dal sindaco Gaetano Manfredi e il direttore generale dell’asl Napoli 1 centro Ciro Verdoliva. Sono stati stanziati 25 milioni di euro per questo nobile progetto, i cui dettagli sono visibili sul sito del comune di Napoli.
La domanda è questa: visto che all’asl Napoli 1 nella figura di Ciro Verdoliva, alla Curia di Napoli ed al Comune di Napoli sta a cuore il benessere delle persone fragili, come mai a loro non sta a cuore anche il disagio degli sfollati degli Incurabili?
Carlo Landolfi
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