L’orso Juan Carrito è morto. L’animale è stato investito da un’auto attorno alle ore 18.30 sulla statale 17 al bivio per il cimitero di Castel di Sangro (L’Aquila). Sono stati i carabinieri forestali a confermare il decesso del plantigrado identificato come Orso M20. L’orso è stato travolto da una Golf Volkswagen guidata da un giovane trentenne accompagnato dalla sua fidanzata che fortunatamente sono rimasti illesi nell’impatto del mezzo contro l’animale. L’orso era conosciuto per le passeggiate notturne nei paesi di montagna, per le visite nei pollai. In un’occasione fu sorpreso di notte in una panetteria, a fare incetta di dolci. Venne fotografato mentre beveva ad una fontanella pubblica in un paese, mentre girovagava in Marsica e scorrazzava sulle piste da sci di Campo di Giove (L’Aquila).
Più di un anno fa, con molta calma, venne ripreso in un video mentre provava a giocare con un cane lupo piuttosto aggressivo, sciolto all’ingresso di un sentiero di montagna a Villalago (L’Aquila). Il cane gli abbaiava contro, ma nel video era palese che l’orso, tranquillo e mansueto, sembrava voler giocare con il suo amico a 4 zampe.
Girava nei centri abitati delle località turistiche montane e si avvicinava alla gente, si era guadagnato anche un reportage su Vanityfair. In breve l’animale con le sue scorribande era diventato una star sui social.I comuni montani abruzzesi e molisani hanno potuto giovare del ritorno pubblicitario del giovane Carrito. Il plantigrado fu catturato e ospitato, per un certo periodo, in un’area faunistica a Palena (L’Aquila). Si tratta di un esemplare di Orso bruno marsicano di 150 chili, è uno dei 4 gemelli di mamma Amarena, nato nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise a primavera del 2020. Un orso confidente, cioè che si avvicinava alla gente. Hanno spiegato gli esperti dell’area protetta e Carrito si spostava con nonchalance tra Roccaraso e Pescasseroli, sempre nell’aquilano montano, in cerca di cibo. Mesi dopo la cattura e la permanenza a Palena, l’animale è poi tornato libero. In Italia, in base ai recenti censimenti, sono rimasti poco più di 50 esemplari di questa specie e attraverso i progetti dell’Unione europea l’impegno era di raddoppiare l’areale della specie e il numero di individui presenti entro il 2050. Sul posto dell’incidente sono intervenuti i carabinieri di Castel di Sangro, i carabinieri forestali del Parco nazionale d’Abruzzo, la polizia e i vigili del fuoco.
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