Virtuoso, poliedrico, sperimentatore, ammirato dai piu’ grandi musicisti della sua generazione come dai piu’ giovani, Jeff Beck, deceduto ieri a 78 anni a causa di una meningite, era uno dei chitarristi di maggiore talento ancora in attivita’.
Assieme a Jimi Hendrix, di cui proponeva spesso delle cover, tra le piu’ apprezzate la sua versione delicata e talentuosa del capolavoro ‘Little wing, Beck ha contribuito a portare la chitarra elettrica nell’eta’ moderna, mescolando blues, rock n’roll e hard rock. Una vita spesa a suonare sui palchi, con la sua inconfondibile impugnatura della chitarra, Beck inizia la carriera musicale giovanissimo a meta’ degli anni Sessanta.
La svolta arriva nel 1965 con l’ingresso negli Yardbirds, uno dei primi grandi gruppi rock, in sostituzione di Eric Clapton, altro mostro sacro dello strumento, nella formazione per un momento milita alla chitarra anche Jimmy Page, futura colonna dei Led Zeppelin. Sono gli anni dell’esplosione del rock n’roll, con i giovani musicisti inglesi che riprendono le sonorita’ di poco conosciuti bluesman ed armonicisti statunitensi come Sonny Boy Williamson e Howlin Wolf dandogli ritmo ed elettricita’.
Il successo e’ immediato. Nel 1966 Beck fonda una nuova band, chiamata Jeff Beck Group, la prima formazione vede Rod Stewart alla voce, Ron Wood al basso (diventera’ poi la seconda chitarra dei Rolling Stones), dando vita ad una serie di lavori considerati antesignani del genere heavy metal.
Seguono poi anni di sperimentazioni, con maggiori influenze fusion, e tantissime collaborazioni anche con artisti pop, tra alti e bassi di classifica. Lo scorso anno ad affiancarlo sul palco in alcune date c’era anche l’attore Johnny Depp, reduce dalla burrascosa causa di separazione con l’ex moglie Amber Heard.
La famiglia in un comunicato specifica che il musicista “e’ morto in pace ieri”. Le sue mani erano assicurate per sette milioni di sterline. Per decenni hanno suonato note come pochi altri erano in grado di fare.
Articolo pubblicato il giorno 12 Gennaio 2023 - 09:41