Chimicamo, portale di chimica che si occupa di divulgare contenuti scientifici, condivide con i lettori gli effetti benefici delle mele
“Una mela al giorno leva il medico di torno”.
Questo proverbio della saggezza popolare di origine incerta suggerisce i benefici di un frutto proveniente da una pianta tra le più diffuse al mondo. Il melo, originario dall’Asia centrale e coltivato già nel Neolitico, sa adattarsi molto bene a una gran varietà di terreni e può essere coltivato ovunque, sebbene preferisca un clima fresco e le zone che si trovano tra i 600 e i 1.000 metri sopra il livello del mare
Le mele sono presenti in migliaia di varietà che si differenziano per colore, consistenza e sapore. Dalla mela renetta coltivata nella Val di Non, Valle d’Aosta, Valtellina e in provincia di Cuneo e usata nei classici dolci altoatesini, come lo strudel e le frittelle alla golden delicious dalla buccia colore giallo, con sapore leggermente acidulo e alla mela cotogna usata nella preparazione di confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori.
La mela annurca soda e croccante e dal profumo dolce è un vanto della Campania e nota da oltre due millenni. È raffigurata negli affreschi della Casa dei Cervi degli scavi di Ercolano e si ritiene sia citata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Al di là del gusto, della disponibilità sul mercato e costo non elevato la mela, anche se non è un toccasana, fa bene alla salute fornendo un notevole contributo di nutrienti sebbene non abbia un elevato contenuto energetico.
È una buona fonte di fibra solubile, specialmente pectina, che aiuta a controllare i livelli di insulina rallentando il rilascio di zucchero nella circolazione sanguigna. La pectina inoltre aiuta a ridurre i livelli di colesterolo, riducendo la secrezione di insulina. Inoltre la mela contiene antiossidanti e flavonoidi che, insieme alle fibre, aiutano a prevenire il rischio di cancro, ipertensione, diabete e cardiopatie.
Inoltre, grazie al ridotto contenuto di sodio e grassi, la mela può essere consumata anche nei regimi alimentari ipocalorici. La composizione chimica e quindi il valore nutrizionale varia a seconda del tipo, del clima, dal grado di maturazione e dalla composizione del terreno. Una mela mangiata con la buccia fornisce un apporto energetico di circa 59 kcal per ogni 100 g di frutto e contiene l’83.9% di acqua, lo 0.19 % di proteine, lo 0.36% di lipidi, il 15.3 % di carboidrati, lo 0.77 % di fibre e lo 0.26 % di minerali.
Una mela mangiata senza la buccia fornisce un apporto energetico di circa 57 kcal per ogni 100 g di frutto e contiene l’84.5% di acqua, lo 0.15 % di proteine, lo 0.31% di lipidi, il 4.8 % di carboidrati, lo 0.754% di fibre e lo 0.24 % di minerali. Il contenuto medio di vitamina C è circa 5 mg per ogni 100 g. Il frutto contiene una varietà di sostanze fitochimiche, tra cui quercetina, catechina, florizina e acido clorogenico e composti fenolici che sono tutti potenti antiossidanti che hanno il ruolo di “spazzini di radicali liberi”.
Essi possono inibire la proliferazione delle cellule tumorali, l’assorbimento di colesterolo, modulare diversi enzimi tra cui ciclossigenasi e lipossigenasi, interagire con diverse vie di trasduzione del segnale. Attenzione perché molti degli antiossidanti che prevengono, tra l’altro, lo stress ossidativo sono contenuti prevalentemente nella buccia. Recenti lavori hanno dimostrato che le bucce di mela contengono da due a sei volte i composti fenolici rispetto alla polpa quindi dovrebbero essere preferite le mele non trattate o le mele biologiche.
Articolo pubblicato il giorno 10 Gennaio 2023 - 11:35