Aveva un orologio di pregio: un Richard Mille da 35mila euro e abiti griffati e costosi.
Questi significa che Matteo Messina Denaro avesse una importante disponibilità economica tale da consentirsi anche le cure nella clinica esclusiva di Palermo. Sono attualmente in corso le indagini sulla rete di protezioni. Lo ha chiarito il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, nel corso della conferenza stampa organizzata nel Comando Legione Carabinieri di Sicilia per illustrare i dettagli della cattura del boss Matteo Messina Denaro.
E non a caso ha spiegato: “C’è una fetta di borghesia mafiosa che ha aiutato questa latitanza, su questo abbiamo contezza e ci sono in corso delle indagini”. Fino a questa mattina “non avevamo idea del volto di Matteo Messina Denaro”.
Matteo Messina Denaro “non parla, indicazioni non ne ha date e non ne abbiamo avuto da lui”. “L’aspetto sanitario è stato uno degli eventi nella vita di un individuo che ti espone a uscire allo scoperto. Certamente non abbiamo trovato un uomo distrutto ma in apparente buona salute, ben curato, in linea col profilo di un uomo di 60 anni in buone condizioni economiche. Ma la questione sanitaria è democratica”.
Così Paolo Guido, procuratore aggiunto di Palermo, durante la conferenza stampa dei carabinieri sull’arresto di Matteo Messina Denaro. E aggiunge: “Sui profili di responsabilità di altri soggetti siamo in una fase preliminare”.
La casa circondariale “non la possiamo rivelare ma per Matteo Messina Denaro e’ stato proposto il regime speciale del 41 bis fin da subito, da questa mattina”. Lo ha annunciato il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia.
L’arresto di Matteo Messian Denaro è “il risultato di un lavoro corale che si è svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri in tanti anni”. Lo ha detto il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros.
“L’ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, – ha aggiunto – i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati. La Procura era aperta anche all’antivigilia, è stato uno sforzo corale”.
“Senza le intercettazioni non si possono fare indagini e le indagini non portano da nessuna parte, questo deve essere chiaro. Anche in questa operazione le intercettazioni sono state fondamentali”.
Aveva documenti compatibili con un soggetto come lui e i documenti sembrano del tutto legali: “non abbiamo ragioni di ritenere che godesse di complicita’ all’interno della clinica ma gli accertamenti sono partiti”. A dirlo il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, nel corso della conferenza stampa organizzata nel Comando Legione Carabinieri di Sicilia per illustrare i dettagli della cattura del boss Matteo Messina Denaro.
“Allo stato non abbiamo elementi che ci portino a pensare a partecipazione da parte del personale della clinica” dove e’ avvenuto l’arresto di Matteo Messina Denaro, ha aggiunto.
Matteo Messina Denaro è stato bloccato in strada, nei pressi di un ingresso secondario della clinica La Maddalena. Lo hanno spiegato i carabinieri del Ros nel corso della conferenza stampa sull’arresto del boss di Cosa Nostra, spiegando che il blitz è scattato quando “abbiamo avuto la certezza che fosse all’interno della struttura sanitaria”.
Quando è stato bloccato, hanno aggiunto, Messina Denaro “non ha opposto alcuna resistenza” e “si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l’identità”.
Alla domanda se Messina Denaro abbia tentato la fuga, gli investigatori hanno affermato di “non aver visto tentativi di fuga” anche se, hanno aggiunto, “sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo che stava entrando nella struttura”.
Il latitante “non ha opposto alcuna resistenza e ha subito dichiarato di essere il soggetto da noi ricercato. Guardandolo c’era poco da dubitare perche’ il volto era quello che ci aspettavamo di trovare”. Lo ha chiarito il colonnello Lucio Arcidiacono, a capo del primo reparto investigativo servizio centrale del Ros.
“Negli ultimi anni solo l’Arma ha eseguito 100 arresti di uomini vicini a Messina Denaro e sequestrato e confiscato 150 milioni. A questi numeri bisogna aggiungere i dati di Polizia e Finanza. Questo lavoro ha compromesso il funzionamento della struttura mafiosa”. Lo ha detto il capo del Ros, generale Angelosanto alla conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro.
Matteo Messina Denaro questa mattina proveniva “dall’aera trapanese ma di piu’ non posso dire perche’ ci stiamo lavorando”. Lo ha chiarito il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, nel corso della conferenza stampa organizzata nel Comando Legione Carabinieri di Sicilia per illustrare i dettagli della cattura del boss Matteo Messina Denaro, a Palermo.
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