La nuova era della Juventus inizia con un altro passo indietro di Andrea Agnelli, che lascia il ruolo di consigliere nelle società quotate di famiglia, Exor e Stellantis, e con il passaggio di testimone al nuovo presidente Gianluca Ferrero e all’amministratore delegato Maurizio Scanavino.
L’avvicendamento è avvenuto all’Allianz Stadium, inaugurato proprio da Agnelli nel settembre 2011, nel corso di una assemblea degli azionisti che ha segnato il suo addio ufficiale, dopo 12 anni e 19 trofei conquistati, e quello di Pavel Nedved, il vicepresidente legato a doppio filo al cugino di John Elkann.
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“Il primo pensiero va ai tifosi di questa squadra – ha esordito il neo presidente al termine dei lavori -. Io voglio essere molto chiaro verso di loro. Quando ho assunto questo impegno l’ho assunto con l’idea di dare il mio massimo”.
“Assieme al CdA che è stato eletto oggi e al nuovo Amministratore Delegato lavoreremo per costruire un futuro della Juventus che sia all’altezza del suo passato. Un passato glorioso, lungo 125 anni, che ha reso questa società una gloria sportiva e la più forte società di calcio italiana”.
Il nuovo CdA, ristretto, composto da appena cinque membri (oltre a Scanavino e Ferrero sono stati nominati dall’assemblea Fioranna Negri, Laura Cappiello e Diego Pistone), figure ‘tecniche’ esperte di contabilità, diritto e finanza, è chiamato a traghettare la Vecchia Signora in questa fase complicata tra inchieste penali e sportive.
“Nei prossimi mesi ci aspettano delle sfide, per le quali noi riteniamo di avere l’esperienza, la competenza e la determinazione adatte per difendere la Juventus in tutte le sedi competenti: in sede penale, sportiva e civile”, ha assicurato Ferrero, commercialista laureato in Economia e Commercio da sempre vicino alla famiglia Agnelli.
“Lo faremo con determinazione e rigore, lo faremo anche con pacatezza e senza nessuna forma di arroganza. Abbiamo sempre rispettato e sempre rispetteremo tutti coloro che saranno chiamati a giudicarci, ma quello che vogliamo è uguale rispetto per noi per la società e per la nostra squadra”, ha concluso.
Accanto a lui Maurizio Scanavino, già venuto a contatto in queste settimane con la realtà della prima squadra, ha assicurato che “gli obiettivi sportivi e aziendali non cambiano, anche questo fa parte della storia di Juventus che ha sempre saputo unire successi sul campo con sostenibilità e risultati a livello commerciale“.
Andrea Agnelli fa un passo indietro, lascia i CdA di Exor e Stellantis anche se rimarrà consigliere della Giovanni Agnelli B.V., la holding non quotata che detiene la maggioranza di Exor.
“E’ stata una mia decisione personale, d’accordo con John Elkann, con il quale il mio rapporto rimane assolutamente strettissimo su quella che è la condivisione dello sviluppo strategico del Gruppo, con Ajay Banga e con Carlos Tavares“, ha evidenziato l’ex presidente bianconero.
“Dopo un periodo così intenso la mia volontà è quella di poter affrontare il futuro come una pagina bianca, libera e forte. Un passo indietro che reputo indispensabile per avere una libertà di pensiero e intellettuale che altrimenti non avrei”.
Nonostante l’uscita di scena dal club bianconero, il pensiero alla Superlega e ai mali del pallone è sempre forte e attuale. “Credevo e credo tuttora che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali per affrontare il futuro“, ha sottolineato.
“Altrimenti rischieremo una costante e inesorabile decrescita del calcio, a favore di un’unica Lega dominante, che è la Premier League, che nel giro di pochi anni attrarrà tutto il talento del calcio europeo all’interno della sua Lega, marginalizzando completamente gli altri campionati, siano esse la Bundesliga, la Serie A, la Liga, la Ligue 1“.
L’auspicio è che “la Corte di Giustizia Europea, chiamata ad esprimersi sulla posizione di monopolio dell’Uefa, riconosca lo sport professionistico ad alto livello come un’industria”. La sentenza è attesa in primavera, quando forse Agnelli avrà già iniziato il capitolo successivo della sua vita. Il primo slegato dalla Juve.
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