Fermare i licenziamenti Jabil“: sono le “parole d’ordine” emerse dal corteo dei lavoratori dello stabilimento di Marcianise della multinazionale Usa, giunto in piazza della Prefettura a Caserta dove una delegazione sta incontrando il ptefetto Giuseppe Castaldo.
“Il settore dell’elettronica – dice il segretario generale della Cgil di Caserta Sonia Oliviero – non è in crisi come dice la Jabil e come sembra emergere dai tavoli istituzionali, ed è assurdo che si licenzino 190 dipendenti di un’azienda come la Jabil che produce colonnine per la ricarica di auto elettriche nel momento in cui si punta sulla transizione ecologica. Il committente Enel aumenti la commessa, e lo Stato interceda perchè ciò avvenga”.
Crescenzo Auriemma, segretario di Uilm Campania, spiega che “qualche giorno fa il Comune di Napoli ha ordinato 2mila centraline elettriche, la commessa potrebbe essere data alla Jabil, così si fa politica industriale sul territorio”. Per Pietro Pettrone, segretario generale Uil di Caserta, “al prefetto chiederemo il blocco dei licenziamenti. La Jabil, come chiesto a nome del Governo dalla sottosegretaria al Mise Bergamotto, deve chiedere un altro mese di cassa integrazione per valutare con attenzione soluzioni alternative ai licenziamenti; ma queste soluzioni devono essere discusse in tavoli da tenere in Prefettura”.
Giovanni Letizia, segretario generale della Cisl di Caserta, evidenzia che “viene prima di tutto la sospensione dei licenziamenti, e poi dopo c’e il tema di dare risposte serie ad un territorio desertificato dal punto di vista industriale. E in questo devo dire che le istituzioni sono manchevoli, in particolare la Regione che manca di visione strategica”.
Ciro Pistone, segretario della Uilm di Caserta, ritiene che andrebbe “approfondito il capitolo Pnrr, per vedere se dei fondi possono servire per un progetto sul sito di Marcianise, ma ci vorrebbe un piano delle istituzioni e prima ancora il blocco dei licenziamenti”. Presente alla manifestazione anche una delegazione di lavoratori della Rus (rappresentanza sindacale unitaria) Tfa, ovvero la Titagarh-Firema, azienda casertana che produce carrozze ferroviarie e che qualche anno fa fu salvata dal fallimento grazie all’acquisizione della multinazionale indiana Titagarh, e soprattutto all’arrivo di commesse publbiche da parte della Regione Campania e relative ai treni Eav; dopo sono arrivate altre commesse dal publbico, come quelle recenti della Regine Lazio. “Siamo vicini ai lavoratori Jabil perchè sappiamo bene cosa sanno passando – dice un delegato Tfa – essendoci passati anche noi.
Come Firema ne siamo venuti fuori grazie all’aiuto delle istituzioni, che ci hanno dato lavori permettendoci di sopravvivere sul mercato. Si facesse lo stesso anche con Jabil”.
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