ÂÂCome è possibile che una grande azienda come Jabil, con ottimi profitti e che dàlavoro a circa 250.000 persone nel mondo, non riesca a procurare attivitàper i 190 lavoratori in eccedenza a Marcianise?âÂÂ
Eâ una delle tre domande che si sono posti i lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta) della multinazionale americana Jabil, impegnati in una dura e lunga vertenza con lâÂÂazienda Usa, che nel settembre scorso ha annunciato il licenziamento di 190 addetti del sito, con lâÂÂobiettivo di portare lâÂÂorganico a 250 unità.
Le tre domande â le altre due sono âÂÂcome è possibile che da oltre 15 anni Marcianise è in una crisi che non si risolve maiâÂÂ, e âÂÂche non si riescano ad ingaggiare clienti che possano assicurarne la sua continuitàlavorativaâ â sono contenute in due lettere che i delegati sindacali Jabil hanno inviato ad inizio 2023 come Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) alla sede della Corporate Jabil negli Usa.
Due lettere di âÂÂsensibilizzazioneâ cui la Jabil ha risposto, ma il cortese scambio di missive non ha prodotto risultati. I lavoratori hanno sottolineato come la perdita di 190 posti di lavoro sia un âÂÂdramma sociale per Marcianise e il Sud ItaliaâÂÂ.
âÂÂPerché il lavoro qui â si legge nella prima missiva del 4 gennaio â è un bene raro e prezioso. Inoltre i licenziamenti potrebbero coinvolgere anche lavoratori di aziende collegate al sito di Marcianise.
Siamo lâÂÂunico sito da sempre in crisi, con lavoratori in esubero, nonostante abbiamo giàeffettuato la riduzione dei nostri salari e del nostro orario di lavoro, che ha determinato una riduzione dei costi del sito. Inoltre, almeno 400 persone hanno lasciato Jabil successivamente allâÂÂultima acquisizione di Ericsson del 2015âÂÂ.
LâÂÂazienda, con una lettera del vice-presidente Jabil John Mahaz, in relazione ai 190 licenziamenti, parla di âÂÂdecisione difficile da prendere, ma necessaria a salvaguardare il sito di Marcianise assicurandone la sostenibilitàeconomica e lavorativa per i 250 dipendenti rimanentiâÂÂ.
âÂÂJabil â si legge nella risposta scritta dal vice-presidente Mahaz â ha continuato a sostenere finanziariamente il sito di Marcianise e a investirvi negli scorsi anni; in particolare il sito ha superato una condizione di mono committenza ed è arrivato ora a servire circa venti nuovi clienti in un segmento di mercato in linea con i futuri megatrend economici, come elettrificazione, rinnovabili.
Questa nuova impostazione dovrebbe posizionare il sito di Marcianise, riorganizzato con 250 dipendenti, per un futuro sostenibile. Per diversi anni Jabil â aggiunge Mahaz â si è adoperata per minimizzare lâÂÂimpatto di tali scelte finanziando e promuovendo programmi di reimpiego in collaborazione con il Governo ItalianoâÂÂ.
LâÂÂazienda ricorda inoltre âÂÂdi aver rinviato i licenziamenti giàprogrammati durante lâÂÂemergenza CovidâÂÂ, ma che ora âÂÂle attuali condizioni dei mercati globali non consentono ulteriori rinvii, rendendo necessario completare la procedura di licenziamento collettivoâÂÂ.
I lavoratori hanno risposto a questa missiva di Jabil con la seconda lettera dellâÂÂ11 gennaio, in cui hanno preso atto della âÂÂmancata risposta alle nostre domandeâÂÂ, e che âÂÂJabil non ha alcun interesse a mantenere operativo il sito di Marcianise e quindi lasceràche si spenga lentamenteâÂÂ.
âÂÂNon possiamo accettare la tesi che âÂÂbisogna sacrificare 190 lavoratori per salvarne 250âÂÂ, non fa parte del nostro DNA. A questo proposito è doveroso ricordarvi della negativa esperienza degli oltre 270 lavoratori che sono stati reimpiegati da Jabil in altre aziende: molti di loro oggi rischiano seriamente il posto di lavoro mentre altri lo hanno giàperso.
Se si intende perseverare su questa linea dei licenziamenti â concludono i delegati Rsu â è meglio che sappiate che si arriveràinevitabilmente ad una situazione drammatica ed insostenibile che degenereràsicuramente in vertenze legali e danni di immagine per Jabil, nonchè certamente in derive socialiâÂÂ.
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