Il ‘dolce’ ricordo di Pino Daniele al Gambrinus a 8 anni dalla scomparsa. Borrelli: “Il più grande. Evidenziava il bello ma denunciava il marcio di Napoli. Dovrebbero essere tutti un po’ Pino Daniele.”
Pino Daniele non è stato semplicemente uno dei migliori cantautori italiani, a Napoli è un’istituzione, rappresenta l’anima stessa della città.
Così tra un aneddoto, una canzone e gli ormai famosi “Pinuccio”, i dolci che i laboratori del Grambinus con Antonio Sergio e Massimiliano Rosati dal 2016 dedicano a Pinotto, come è sempre stato chiamato Pino Daniele dai napoletani, si è celebrato l’ottavo anniversario della scomparsa dell’autore di “Napul’ è” proprio nello storico caffè di Piazza Trieste e Trento.
Anche questa edizione, come tutti gli altri anni, è stata promossa dal deputato dell’alleanza Francesco Emilio Borrelli e dal conduttore radiofonico de la Radiazza Gianni Simioli.
“È sicuramente il cantante partenopeo in cui maggiormente mi riconosco, ha sempre denunciato la mala Napoli, basta ricordare la sua Napul’è.” – spiega Borrelli assieme agli esponenti di Europa Verde della Municipalità I: Benedetta Sciannimanica, assessore, e Lorenzo Pascucci, consigliere; e al membro dell’esecutivo cittadino del Sole che Ride Enzo Vasquez – “Ha sempre esaltato le cose belle, stupende, meravigliose della nostra città ma ha al contempo messo a nudo le sue debolezze e attaccato il marcio. Per questo dobbiamo celebrarlo con forza e coraggio, tutti dovremmo essere un po’ Pino Daniele per salvare Napoli e la sua cultura. Purtroppo lo si celebra troppo poco, così come anche gli altri grandissimi di Napoli, mentre sono innumerevoli gli omaggi, come i murales, per i camorristi.”
Articolo pubblicato il giorno 4 Gennaio 2023 - 18:11