Ddl per l’Arco di Traiano di Benevento monumento nazionale
Torna alla Camera il disegno di legge recante la dichiarazione di monumento nazionale dell’Arco di Traiano di Benevento. Assegnato in sede referente alla VII commissione, dovrà ricevere i pareri anche delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio.
Il provvedimento era arrivato a un passo dall’approvazione nella scorsa legislatura: dopo il via libera all’unanimità del Senato il 23 marzo 2022, il ddl presentato da Danila De Lucia (M5S) era stato assegnato in sede legislativa alla commissione Cultura di Montecitorio, senza quindi il bisogno di essere votato dall’Aula. Poi lo stop per la fine anticipata della legislatura e ora questo nuovo testo presentato dal deputato Agostino Santillo (M5S).
L’Arco di Traiano di Benevento rappresenta una tra le più importanti testimonianze dell’antichità romana in Italia e nel mondo. Esso celebra la costruzione della via Traianea, una fondamentale arteria di collegamento alternativa alla via Appia, che univa Roma alle province meridionali, a Brindisium e dunque ai possedimenti d’Oriente.
L’edificazione dell’Arco viene fatta risalire al 114 dopo Cristo. Doveva rappresentare il coronamento dell’eccezionale impresa infrastrutturale della via Traianea e dei più veloci e sicuri collegamenti fra la capitale e le province orientali.
La sua realizzazione permise a Benevento, antica capitale sannita, di consolidare il suo ruolo strategico e politico nell’impero dell’epoca. Traiano volle onorare questa antica civitas allestendo un’opera a testimonianza delle ultime grandi conquiste dell’impero romano, dal Reno all’Arabia, fino alla Dacia (l’ultima delle province annesse a Roma, ancora innamorata di quel passato, che da secoli in suo onore si chiama Romania).
L’Arco è composto da un solo fornice, largo 8,60 metri e alto 15,60. Costruito con blocchi di pietra calcarea rivestita di marmo parlo, la trabeazione è sostenuta da quattro semicolonne allestite accanto ai piloni. Il tessuto narrativo delle decorazioni dell’Arco rappresenta i successi e la fortuna del Princeps su quelli che oggi definiremmo i fronti interno ed esterno e la virtù dell’imperatore al di qua e al di là del limes, i successi della pace (istoriati sul lato rivolto verso la città) e le vittorie in guerra (raffigurate, tra le altre cose con la personificazione del Danubio e della Mesopotamia, le scene di trionfo e di assegnazione di premi e terre ai veterani) sul lato che guarda alle province.
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