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Covid, con boom influenza farmaci introvabili. I medici di famiglia: ‘Difficile curare pazienti’

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Covid, con boom influenza farmaci introvabili. I medici di famiglia: ‘Difficile curare pazienti’.
L’allarme di Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, la Federazione italiana medici di Medicina generale.

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Con il boom dell’influenza e i contagi COVID che proseguono è scattato l’allarme sui alcuni farmaci introvabili.

“Il consiglio che mi sento di dare ai pazienti è di fare sempre affidamento al medico. Non tutti i farmaci possono essere sostituiti con alternative generiche senza che sia stata prima fatta una riflessione. Diciamo che così è più complesso curare i pazienti”. La fase, insomma, è “delicata”, ma “assolutamente non c’è bisogno di fare scorte”.

Dopo settimane di allerte e denunce, la carenza di farmaci inizia ad impattare su tutta la Penisola. I medici di famiglia infatti sono sempre più spesso subissati dalle telefonate di chi, arrivato in farmacia, non trova il prodotto prescritto.

A testimoniarlo in un’intervista a ‘Il Messaggero’ è Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, la Federazione italiana medici di Medicina generale, Professor Scotti, siamo in emergenza? “Non parlerei di emergenza. C’è una difficoltà negli approvvigionamenti dettata da situazioni internazionali sfavorevoli ma anche da una logistica imperfetta – avverte Scotti – Ciò che è evidente però, è che le chiamate da parte di pazienti spaesati sono in aumento.

Sempre più spesso arrivano in farmacia e non trovano ciò che gli ho prescritto. E quindi sono costretti a spostarsi da una farmacia all’altra, senza sapere se poi lo troveranno. Il picco c’è stato poco prima di Natale ma anche oggi la situazione è delicata”. Perché parla di ‘logistica imperfetta’?

“Una parte della responsabilità di questa situazione per me sta nel sistema di distribuzione. Ormai la gestione è sovra-regionale, e cioè ogni magazzino fornisce più di una regione. In Italia infatti ce ne sono 6 mentre prima erano 25-27 – ricorda – Se è vero che è diminuito lo spreco dei farmaci, inevitabilmente lo è anche che la capacità di stoccaggio ora è diventata minore.

E poi mi chiedo come questo possa conciliarsi con l’autonomia differenziata su cui si sta puntando. Ogni regione vorrà il meglio per sé e con più rapidità. Che succede a chi non ha un magazzino sul suo territorio?”

A mancare sono soprattutto antibiotici e antinfiammatori. E quindi è partita la ricerca ai farmaci equivalenti. Ma sono davvero la stessa cosa? “Assolutamente sì. In termini scientifici parliamo di prodotti che hanno al loro interno la stessa molecola – precisa il segretario Fimmg – Tuttavia non è sempre possibile passare da un farmaco all’altro senza pensarci troppo, perché a volte nella stessa categoria di farmaci si trovano prodotti con principi diversi.

Per questo nel caso di pazienti con multiterapie, cioè di persone che assumono più di un farmaco e quindi soprattutto anziani e fragili, è necessario passare prima per il medico. Può capitare che un farmaco riduca i meccanismi di metabolizzazione di un altro e crei un condizionamento nella terapia. In caso di più patologie quindi bisogna assolutamente parlare con il medico per sostituire il medicinale non disponibile in maniera accorta”.

E i preparati galenici? Sono da consigliare? “Posto quanto ho detto prima direi proprio di sì. Ma ormai sono pochissime le farmacie che sono anche dotate di un laboratorio.

Anzi mi auguro che i farmacisti tornino a fare il loro mestiere originario e produrre preparati partendo dai principi attivi – suggerisce Scotti – Questo ci farebbe sentire più al sicuro anche in situazioni come queste o come quella che abbiamo vissuto durante le prima fase della pandemia COVID-19. Se i venti di guerra a cui siamo sottoposti in questi mesi dovessero alzarsi ancora, il loro supporto in questo senso sarebbe prezioso”.

Sulla possibilità di fare scorte invece? Solita psicosi? “Qui parliamo soprattutto di farmaci non dispensabili senza ricetta medica. Per cui se c’è una scorta c’è un medico o un farmacista che ha commesso un illecito. In ogni caso non è necessario. E se capita di avere un dubbio, la cosa migliore è sempre rivolgersi al proprio medico”, conclude.


Articolo pubblicato il giorno 4 Gennaio 2023 - 11:40



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